“Non posso girarmi dall’altra parte di fronte a tali difficoltà”. Ieri mattina, i rappresentanti dei lavoratori della casa lavoro di Vasto sono stati ricevuti dal prefetto di Chieti Armando Forgione. I sindacalisti di Sappe, Sinappe, Uil Pa e Fp Cgil hanno portato alla massima autorità territoriale le istanze che da anni nessuno ascolta. La situazione nel carcere vastese è pesantissima soprattutto per quanto riguarda l’esiguo organico.
Su 99 unità previste ce ne sono solo 74 dalle quali bisogna sottrarre una decina di agenti che a breve entreranno in quiescenza e altri 20 assenti per permessi vari. Tra loro ci sono anche quelli che stanno smaltendo i postumi delle aggressioni subite all’interno del carcere. Non sono rari tali episodi così come i suicidi evitati in extremis o, purtroppo, riusciti come il caso eclatante di Sabatino Trotta, il dirigente della Asl pescarese finito nell’inchiesta sulla sanità. Per la prima volta qualcuno ha ascoltato la richiesta di aiuto di questi lavoratori, “Il prefetto è stato molto cordiale e ci ha ascoltato, scriverà una lettera al dipartimento Amministrazione penitenziaria nella speranza dell’invio di nuova linfa”, dice Notarangelo.