Il tragico investimento che ieri ha spezzato la vita del pediatra Roberto Festa è solo l’ultimo di una serie di episodi dalla dinamica identica che riaccende l’attenzione su quel tratto di strada. Le strisce pedonali sulla Statale 16 si trovano al termine della pista ciclabile di via Grasceta e segnano la congiunzione con il tracciato che corre lungo la costa.
L’incrocio sin da prima della sua realizzazione è stato al centro della polemica sui rischi di un attraversamento a raso su una strada Statale così trafficata (anche in virtù dei numerosi precedenti nel vicino tratto vastese) e a breve distanza dalla rotatoria che ha sostituito il semaforo, ma eventuali soluzioni alternative (un sovrappasso o un sottopasso) vennero ritenute eccessivamente complesse da realizzare.
Chi ha atteso più di una volta il proprio turno (a piedi o in bici) a quell’incrocio è probabile che abbia assistito a frenate in extremis per lo più da parte di chi viaggia in direzione di Vasto.
Quest’ultimo dettaglio (l’auto in fase di accelerazione che arriva dalla rotatoria) è riscontrabile anche nei principali precedenti saliti agli onori della cronaca. Il 21 agosto 2019 un 20enne richiedente asilo che stava attraversando fu investito da un veicolo che viaggiava verso nord, per lui, per fortuna, solo qualche contusione. Un anno dopo, il 23 agosto 2020, è toccato a una sansalvese 56enne in bici: anche in quel caso l’auto viaggiava verso nord, la donna fu trasportata in ospedale a Vasto. Solo due giorni dopo, il 25 agosto 2020, una ragazza di 25 anni, sempre di San Salvo, fu presa in pieno da un’automobile in viaggio verso Vasto. Quest’ultimo caso, fino a ieri, è stato il più grave: la giovane donna riportò diversi traumi e per lei si rese necessario il ricovero all’ospedale di Chieti.
Ad accomunare i tre precedenti (che sono solo i più gravi) e l’incidente mortale di ieri, inoltre, l’orario: gli investimenti sono avvenuti tutti nel tardo pomeriggio, quando in quel tratto, particolarmente basso, il sole rende difficile la visibilità per qualche metro.
Nel giorno in cui si torna a discutere della sicurezza degli attravarsamenti dell’Adriatica, impossibile non citare la chimera della variante che decongestionerebbe notevolmente la Statale 16 derubricando l’attuale tracciato a strada urbana. A parte i ripetuti annunci negli anni, però, l’opera è ferma ancora alle fasi preliminari.
OPERA INCOMPLETA – All’attenzione pubblica c’è però anche la sicurezza della pista ciclabile di via Grasceta. Costata oltre 700mila euro, rappresenta un indiscutibile fiore all’occhiello dell’amministrazione comunale, nella bella stagione è percorsa da centinaia di persone, ma, come da consolidata tradizione italiana, è incompleta. Il tracciato che rappresenta il primo esempio in Abruzzo di collegamento ciclabile “a pettine” (dal centro abitato al mare) sin dal suo concepimento presentava tre criticità: il passaggio sulla ferrovia, l’incrocio con la Statale 16 e il sovrappasso dell’A14. La prima è stata risolta nel 2016 con l’installazione di un ponte in legno lamellare che sovrasta i binari di recente sottoposto a manutenzione, la seconda con l’attraversamento a raso, la terza è ancora lì: all’altezza del cavalcavia dell’autostrada in via Grasceta, la pista si interrompe lasciando il posto a uno strettissimo marciapiede che costringe a scendere sulla carreggiata delle auto.
Per il superamento di questa criticità il Comune è in attesa del riassegnamento da parte della Società Autostrade spa dell’appalto per la messa in sicurezza del sovrappasso. “Stiamo aspettando la definizione delle procedure di appalto – ha commentato l’assessore ai Lavori pubblici Maria Travaglini qualche giorno fa intervenendo nel dibattito sulla sicurezza di quel tratto – per la messa in sicurezza con l’installazione delle barriere in acciaio con la posa di guardrail rispondenti alle nuove normative relativa ai ponti autostradali”.
L’opera è stata al centro di un acceso dibattito politico in più occasioni durante il primo mandato di Tiziana Magnacca, quando il gruppo di opposizione di SanSalvoDemocratica guidato dall’ex sindaco Gabriele Marchese chiedeva di realizzare la pista sul tracciato individuato durante il proprio mandato sfruttando parte dei binari più a sud già dotati di sovrappasso autonomo sull’A14.
“NECESSARIA SOLUZIONE ALTERNATIVA” – Dopo l’incidente mortale di ieri, numerose le voci che chiedono di rivedere l’attraversamento e le condizioni di sicurezza della pista ciclabile. Tra questi il giornalista Orazio Di Stefano, legato dall’amicizia con il dottor Festa: “È il caso di dare fin da subito incarico ad un perito stradale per trovare una soluzione alternativa”. Anche l’ex primo cittadino Marchese torna a parlare della pista: “In quel punto bisognava e bisogna realizzare un ponte, solo così si garantisce la sicurezza di chi attraversa la Statale”.
Infine, Paolo De Stefanis, cittadino di Vasto, dopo l’incidente di ieri ha inviato una mail a redazioni giornalistiche e Comune di San Salvo per suggerire: “grandi cartelli di avvertimento per i ciclisti in arrivo da San Salvo circa la pericolosità dell’innesto sulla SS16 e accorgimenti che obblighino a scendere dalla bici per effettuare a piedi l’attraverso della strada e per costringere i ciclisti a rallentare prima dell’innesto pericoloso”.