Tornano a far sentire la loro voce gli agenti di polizia penitenziaria della Casa Lavoro di Vasto che, venerdì 28 maggio, porteranno le loro istanze davanti alla Prefettura di Chieti. “Chiediamo al signor Prefetto un incontro con una delegazione, per poter specificare le ragioni della nostra protesta”.
La manifestazione è per “esprimere il malessere e nel contempo solidarietà al persona le di Polizia Penitenziaria della Casa Lavoro di Vasto e di tutti gli istituti delle Regioni Abruzzo e Molise”. I delegati saranno davanti al palazzo della Prefettura in corso Marrucino dalle 10.30, nel rispetto delle norme anti-Covid e “senza intralciare la normale viabilità urbana”. L’obiettivo, ancora una volta, è quello di sollecitare le istituzioni affinchè affrontino la situazione.
La grave carenza di organico è ben lontana dall’essere risolta, come già sottolineato durante il sit-in dello scorso 30 aprile [LEGGI]. “I sindacati di Polizia Penitenziaria – si legge in una nota congiunta – stigmatizzano il comportamento dell’Amministrazione Penitenziaria in merito all’immobilismo nei confronti dei problemi da sempre segnalati presso Casa Lavoro di Vasto. Particolare riferimento è dato alla cronica carenza di organico che ha raggiunto livelli preoccupanti e tali da non poter assolvere correttamente ai propri compiti istituzionali”.
[ads_dx]Su 99 unità previste ne mancano ben 25. “Tale situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che nell’anno corrente altro personale di Polizia penitenziaria (circa una decina) sarà posto in quiescenza; oltre al fatto che alcune unità (circa una ventina) sono assenti per aspettativa per vari motivi, tra cui quella dovuta alle diverse aggressioni subite da parte dei ristretti negli ultimi tempi. A questo si aggiunge che al poco personale in servizio non vengono garantiti con periodicità i diritti costituzionalmente garantiti (ferie e riposi settimanali)”. Una situazione che ormai si protrae da tempo con numeri che assumono dimensioni allarmanti. “Dal mese di gennaio il personale ha accumulato un monte ore di straordinario pari a quasi 10.000 ore e circa 7.000 giorni di ferie”.
Disagi si avvertono anche sul piano organizzativo-gestionale. Nella struttura di località Torre Sinello c’è “la presenza di soggetti internati perlopiù con problematiche psichiatriche e di difficile gestione in una struttura inadeguata, altre difficoltà correlate all’apertura della sezione Covid, ossia una sezione destinata a ricevere le persone investite da un provvedimento restrittivo della libertà personale che interessano le regioni Lazio, Abruzzo e Molise e sottoposte ad un periodo di quarantena ai fini del contenimento del contagio pandemico. Si aggiunge che negli ultimi tempi sono aumentati in modo esponenziale i provvedimenti che dispongono la Grande Sorveglianza, ovvero un aumento della sorveglianza di quei soggetti detenuti o internati per i quali vi è una maggiore possibilità che possano compiere gesti anticonservativi. Tali controlli, su disposizione del Direttore, sono intensificati nella misura di ogni 20 minuti per ognuno investito da tale provvedimento. I casi in questione son in totale 33.
Non volendo entrare nel merito dei vari aspetti decisionali prettamente di natura specialistica, le scriventi organizzazioni sindacali chiedono un intervento al fine di rivedere il profilo organizzativo-gestionale coniugando così le esigenze di servizio con quelle di tutela della salute dei ristretti che è interesse preminente che riguarda tutti. Tuttavia, non viene tenuto debitamente conto che l’operatore di Polizia interessato nelle attività di vigilanza ed osservazione in ordine ai surriferiti provvedimenti non è posto nelle condizioni materiali per poter svolgere tale attività, appunto perché costretto a ricoprire contemporaneamente più posti di servizio per via della nota e sempre gridata carenza di personale che da tempo investe l’Istituto vastese”.