C’era anche un “pizzico” di Vasto negli incontri organizzati in occasione della Settimana Mondiale dell’Immunizzazione svoltasi alla fine di aprile. Vittoria Anelli, 21enne originaria di Vasto, “trapiantata” a Roma e studentessa in Scienze Politiche all’Università Bocconi di Milano, ha portato un potente messaggio al cuore delle istituzioni italiane. La giovane, dal 2019, è infatti Youth Ambassador di One, organizzazione che opera con campagne e attività di sensibilizzazione per combattere la povertà estrema e le malattie prevenibili. A Zonalocale, Vittoria ha raccontato del suo ultimo incontro con deputati, senatori e ministri e della sua esperienza come ambasciatrice di The One Campaign.
Come nasce la tua collaborazione con One?
Durante il primo anno di università, ho ricevuto una mail dell’ateneo, che parlava dell’opportunità di diventare Youth Ambassador di One. Ho cercato informazioni sul loro sito, perché in realtà non conoscevo l’associazione e ho visto che mi piaceva molto quello che facevano. La mia esperienza come ambasciatrice volontaria è iniziata a marzo del 2019, e continuerà fino a dicembre 2021, quando ripartirà lo stesso programma ma con nuovi ambasciatori che verranno selezionati dall’organizzazione attraverso un bando. Posso ritenermi una veterana, quest’anno il gruppo si è un po’allargato grazie ai numerosi incontri online a cui ci ha costretto la pandemia. Adesso siamo 53 ragazzi, un gruppo eterogeneo di persone provenienti da tutta Italia e da contesti diversi.
Nei tuoi interventi nella settimana dell’immunizzazione hai avuto l’occasione di rivolgerti personalmente ai rappresentanti delle istituzioni. Quali sono stati i temi portati all’attenzione del mondo politico?
In quest’occasione in particolare, visto che l’attenzione si è spostata principalmente sulla pandemia, abbiamo richiesto che i vaccini siano equamente distribuiti in tutto il mondo per assicurare un’immunizzazione mondiale rapida ed efficace. Ad oggi, infatti, solo lo 0,3% delle 950 milioni di vaccinazioni inoculate è stato somministrato nei paesi a basso reddito. I paesi più ricchi, Italia compresa, non solo sono riusciti a riservare una quantità di vaccini necessaria per inoculare l’intera popolazione, ma anche a mettere da parte oltre 1 miliardo di dosi in eccesso. Abbiamo semplicemente chiesto di presentare una mozione in Parlamento, per realizzare un piano di condivisione delle dosi in eccesso nel momento in cui nel nostro Paese la campagna vaccinale sarà già a buon punto. Un’altra delle nostre richieste è quella di rifinanziare l’ACT Accelerator (Access to Covid Tools, ndr) che fornisce strumenti sia di diagnostica che di trattamento del Covid, come vaccini e tamponi, ai paesi che in questo momento non li hanno, parliamo principalmente di paesi in via di sviluppo ad esempio l’Africa. Le incertezze odierne non possono essere affrontate individualmente, e senza un’immunizzazione diffusa, il virus continuerà a mutare ed evolversi, prolungando la durata di questa crisi emergenziale. La pandemia va combattuta contemporaneamente in tutto il mondo con gli stessi mezzi a disposizione di tutti.
Sulle richieste dell’associazione, Emily Wigens, referente di One Italia aggiunge: “Per sconfiggere il virus dobbiamo agire ambiziosamente non soltanto a livello nazionale, ma a livello globale. Anche se molti di noi aspettano ancora il proprio turno, dobbiamo impegnarci per assicurarci che miliardi di persone in tutto il mondo non rimangano in coda. Non è soltanto la cosa giusta da fare, ovviamente, ma è anche l’unica via d’uscita da questa pandemia per tutti”.
Di cosa si occupa One?
Mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a lavorare di concerto con i leader politici per combattere l’Aids e le malattie prevenibili, aumentare gli investimenti per l’istruzione, l’agricoltura e l’alimentazione e chiedere ai governi maggiore trasparenza nei programmi di lotta alla povertà. Cerchiamo di fare pressione sui politici, attraverso azioni come quella della settimana mondiale dell’immunizzazione, quindi incontrando esponenti del governo, per chiedere cambiamenti concreti sul fronte della povertà estrema e delle malattie. Uno dei nostri obiettivi è anche quello di sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso delle campagne, che adesso ovviamente causa Covid sono virtuali, ma prima della pandemia organizzavamo eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi di cui non si parla moltissimo. Cerchiamo sempre di trasmettere il messaggio il più possibile, anche attraverso la stampa, affinchè arrivi su più fronti.
Com’è stata quest’esperienza e come hanno risposto i rappresentanti delle istituzioni alle vostre richieste?
Non era la prima volta che incontravo i rappresentanti delle istituzioni. Il primo anno sono andata a Bruxelles per incontrare i parlamentari europei e nel corso di questi 3 anni, ho incontrato anche altri esponenti del governo, ad esempio l’ambasciatore Piero Benassi e il viceministro per gli affari esteri Emanuela Del Re. Sono soddisfatta del supporto ricevuto dai rappresentanti politici che abbiamo incontrato. Fortunatamente non ho mai riscontrato risposte negative, penso che comunque sia importante anche per loro ascoltare quello che abbiamo da dire. One è un movimento apartitico, quindi noi siamo aperti a incontrare tutti, non abbiamo nessuna limitazione. Cerchiamo di interagire con tutti quanti, perché gli argomenti che trattiamo non hanno colore politico.
Cosa pensi del coinvolgimento dei giovani nel dibattito politico?
Penso che i rapporti dei giovani con le istituzioni vadano assolutamente incoraggiati, perché le scelte che vengono fatte oggi, andranno a impattare sul nostro futuro, quindi è importante coinvolgerci nel dibattito, sentire quello che abbiamo da dire e quali sono le nostre richieste. Anche questa è una cosa che con One vogliamo veramente portare l’attenzione, perché troppo spesso i giovani non vengono tanto considerati. Noi siamo proprio una rete di giovani attivi che si batte per quello in cui crede e spero che possiamo anche essere d’ispirazione per gli altri.
C’è un messaggio che vorresti dare ai tuoi coetanei?
Vorrei dire loro che è importante attivarsi per quello in cui si crede, di lottare per quello in cui credono, di agire, di non essere passivi, ma di essere il motore del cambiamento che vogliono vedere in futuro.
E, a giudicare dalla promessa fatta dal premier Mario Draghi al margine del Global Health Summit, di donare 15 milioni di dosi ai paesi a basso reddito in difficoltà con la campagna vaccinale, sembrerebbe che le istanze di One e le voci dei suoi ambasciatori, siano arrivate alle orecchie dei leader mondiali impegnati, tra le altre cose, a trovare una risposta globale all’emergenza sanitaria da Covid-19.
Per conoscere la One Campaign: www.one.org
Per saperne di più sul programma “Youth Ambassador”: one.org/youthambassadors