Ripartiamo da Fossacesia che ci ha accolti durante la nostra tappa precedente lungo il percorso della futura Via Verde – Bike to Coast (leggi qui per conoscere la rubrica e tutte le puntate precedenti) e ci siamo diretti verso la prossima tappa che sarà Torino di Sangro.
Iniziamo la visita appena al di fuori della parte più antica del centro storico e passiamo di fronte la chiesa della Madonna di Loreto (attualmente in ristrutturazione).
Quella che possiamo ammirare oggi è il frutto di una ricostruzione avvenuta nel Seicento anche se il nucleo iniziale della chiesa, sicuramente più piccola, risale addirittura al Trecento.
All’interno sono conservate diverse opere d’arte realizzate da artisti della zona e finanziate dai cittadini di Torino di Sangro emigrati nel secolo scorso, maggiormente negli Stati Uniti d’America.
Proprio di fronte l’ingresso della chiesa, fotografiamo una bella fontana che ci introduce al Belvedere di Corso Lauretano con un grazioso punto di vista sulla parte più antica del centro storico che stiamo andando a visitare.
Arriviamo in Piazza Donato Iezzi su cui si affacciano due antichi palazzi: il Palazzo del Municipio della fine del Settecento e il Palazzo Priori, riferito a Domenico Piori, storico ed umanista locale, palazzo a due piani con una torretta, costruito tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo.
Costeggiamo il Municipio e prendiamo un vicolo sulla destra che ci accompagna davanti la Chiesa di San Salvatore, di stile romanico-barocco, costruita nel 1302 e che faceva parte dell’Abbazia di Santo Stefano in Rivo Maris e di Arabona.
Da qui possiamo vedere meglio la parte superiore del Palazzo Piori con la torretta, oltre che avere una bella vista sui tetti del paese.
Proseguiamo la nostra camminata addentrandoci nel centro storico e vediamo fiori sui balconi e sulle finestre e, tra una casa e l’altra, si scorgono la campagna e i monti della Maiella.
Arriviamo al limite nord del centro storico paese dov’è posizionata una statua che ricorda e onora i caduti della Grande Guerra e, appena sotto, un cannone originale usato durante i combattimenti.
L’arma, piazzata proprio tra due bellissimi alberi fioriti e colorati, crea una sorta di distorsione nella mia mente, la bellezza della natura e l’incubo della guerra.
Penso che, per uno della mia generazione, nato in tempi di pace e di prosperità economica, la guerra può sembrare qualcosa di lontano e, in qualche modo, di inesistente, magari vista solo in tv o in qualche film americano.
Devo dire la verità; oggi, guardando questo cannone, ho sentito un brivido lungo la schiena e pelle d’oca sul braccio, come se tutto mi diventasse reale, come se la stupidità dell’uomo che fa la guerra mi diventasse in quell’istante perfettamente palese.
Torniamo al di fuori della cinta antica di Torino di Sangro e scattiamo alcune foto alla Chiesa e al Complesso Monumentale di San Felice entrambi originari di fine Ottocento.
Proprio dai giardini adiacenti la chiesa possiamo avere una vista sul centro storico del paese.
Da questo punto in poi del racconto, la storia recente che ha interessato questo territorio diventa predominante.
Infatti, attraverso strade di campagna, uliveti, vigneti e alberi da frutta, arriviamo un luogo che è difficile immaginarsi fino a quando non ci si trova fisicamente: il Cimitero Monumentale Britannico (Sangro River War Cemetery).
Durante i combattimenti della Seconda Guerra Mondiale, infatti, proprio in questo territorio passava la famosa Linea Gustav (che tagliava in due l’Italia da ovest a est, congiungendo i due mari, il punto finale sull’Adriatico era a Ortona).
A nord spingeva l’esercito tedesco, a sud, invece, opponevano resistenza gli Alleati coadiuvati, in questa zona, da brigate partigiane come la Brigata Maiella.
I combattimenti durarono a lungo e causarono molte vittime anche tra gli alleati che però riuscirono a far indietreggiare i tedeschi.
Nel cimitero britannico di Torino di Sangro, costruito nel 1946, riposano le salme di 2617 militari provenienti dai territorio del Commonwealth britannico e morti ne 1943 durante la battaglia per lo sfondamento della Linea Gustav.
Entriamo in silenzio: api che volano sui fiori, uccellini che cinguettano, uno scoiattolo che attraversa il prato verde, brividi lungo la schiena. “John, 23 anni, Peter, 21 anni, Adam 22 anni…”. Qualsiasi altra parola sarebbe fuori posto.
Lasciamo questo luogo, scendiamo verso il mare incontrando la Riserva Naturale della Lecceta di Torino di Sangro.
Questa riserva naturale vicinissima al mare è meta sia per gli amanti dei percorsi in mountain bike che per quelli di trekking, ma anche per chi preferisce passare una giornata in mezzo alla natura o fare un picnic sui tavoli attrezzati e sul barbecue a disposizione vicino il Centro Visite.
Da qui, ci immettiamo nuovamente sulla linea costiera della Costa dei Trabocchi, percorrendo un tratto di quella che sarà la futura Bike to Coast fino ad arrivare in località Le Morge dove è presente l’unica spiaggia naturista in Abruzzo, una delle poche autorizzate in Italia.
La spiaggia naturista si trova a pochissima distanza dal bellissimo ed elegante Trabocco Punta Le Morge che accoglie la fine di questa puntata.
La stanchezza fisica è tanta, ma lo è anche la soddisfazione di aver conosciuto e raccontato questa parte di Abruzzo così pregna di storia.
Chiudiamo gli occhi e ci rilassiamo con il suono delle onde che accarezzano gli scogli e i pali di legno del trabocco. Qualche minuto di riposo prima di ripartire per la prossima destinazione del nostro viaggio. Tre, due, uno… partenza!
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