Dovranno restituire all’erario oltre 8 mila euro, percepiti indebitamente grazie al reddito di cittadinanza, le tre donne denunciate dai carabinieri di Casalbordino, Fossacesia e Torino di Sangro. Sussidio revocato dall’Inps in tempi record, grazie alle indagini delle forze dell’ordine. Continua infatti il lavoro dei militari per “individuare i falsi percettori del beneficio del reddito di cittadinanza, in considerazione del trend in crescita delle denunce alle Procure competenti”.
“Gli approfondimenti investigativi – spiegano i carabinieri in un comunicato – permettono sempre più di accertare quanto sia importante l’apporto dei capillari presidi dell’Arma anche nelle più piccole realtà, perché l’attenta conoscenza del tessuto socio-economico è il valore aggiunto per individuare celermente i furbetti. Questo perché i riscontri svolti stanno disegnando una casistica sempre più precisa della tipologia delle false dichiarazioni poste a fondamento per ottenere l’illecito profitto, che non si basano su tecnicismi circa la dichiarazione infedele delreddito (indicatore ISEE) e sul tenore di vita, ma di contro, sull’effettiva situazione di famiglia e di residenza che per gli stranieri, in particolare, deve essere di almeno 10 anni”.
Nello specifico, gli ultimi tre casi fatti venire alla luce dai presidi dell’Arma riguardano “una giovane sudamericana che ha dichiarato falsamente di essere residente in Italia da più di dieci anni, una donna proveniente dall’Europa dell’Est che ha dichiarato ben due false residenze tra l’Abruzzo e la Lombardia, essendo invece senza fissa dimora e irreperibile, e la terza che ha omesso di inserire nell’autocertificazione dello stato di famiglia il coniuge che è titolare di una pensione sociale. In pochi mesi le tre furbette hanno sottratto all’erario oltre 8 mila euro che dovranno restituire, mentre l’ufficio provinciale dell’Inps revoca, pressoché in tempo reale dalla segnalazione, il pagamento mensile del beneficio”.