Per Elio Baccalà è stato il giorno più lungo del suo decennio nell’Aula Vennitti. Il presidente del Consiglio comunale ne esce vincitore, come prevedibile, visti i rapporti numerici tra maggioranza e opposizione.
Franchi tiratori – Nel voto segreto, il centrosinistra ha tenuto, anche se, oltre alla defezione di Marco Marchesani, che è fuori Vasto per motivi di lavoro, dall’urna escono 13 no alla revoca proposta dall’oppozione invece dei 15 previsti. Considerato che nel centrodestra non c’era D’Alessandro, la votazione sarebbe dovuta terminare 15-8, invece è finita 13-9. A conti fatti, dall’urna sono usciti due voti in meno per il centrosinistra: qualche malpancista c’è, in cinque anni lo si è visto in tutte le votazioni segrete, non in quelle palesi. Ma dalla stessa maggioranza fanno notare che Baccalà ha preso un voto in più di quelli ottenuti nel giorno in cui è stato eletto presidente.
Scontro a distanza – Dibattito da remoto. I motivi della mozione presentata dalle minoranze sono riassunti in un comunicato diramato nelle scorse settimane dal centrodestra: “Una delibera di richiamo della Corte dei conti nei confronti del nostro Comune è stata portata a conoscenza dei consiglieri comunali e dei cittadini di Vasto con sei mesi di ritardo, nonostante gli uffici, il sindaco e il presidente del Consiglio comunale l’avessero ricevuta fin dal 27 ottobre”.
Il sindaco, Francesco Menna, accusa l’opposizione di offendere la dignità delle persone.
Alessandro d’Elisa (gruppo misto) ribatte sostenendo che è l’amministrazione a volere “la dittatura, questa non è democrazia”.
Secondo Guido Giangiacomo (Forza Italia), la Giunta Menna e le forze politiche che la sostengono operano “con il favore delle tenebre. In questo Comune vige la tirannia democratica. Baccalà, lei è bravissimo a fare il presidente del Consiglio comunale ma, come il suo predecessore Forte, è diventato organico all’amministrazione comunale”.
“La colpa è del sindaco, che avrebbe dovuto accertarsi che tutto il Consiglio comunale avesse quel documento”, attacca Dina Carinci (Movimento 5 Stelle).
Simone Lembo (Pd) difende la Giunta e dice agli avversari: “Tutto quello che voi contestate non è mai stato contestato da organi giudiziari o sovracomunali. Questa amministrazione, ad oggi, è pulita”.
La votazione – Il voto è segreto, quindi non si può fare da computer. Di conseguenza, dopo mesi, si torna in Aula per la chiama dei consiglieri in ordine alfabetico. Ognuno fa cadere la sua scheda nell’urna. Il risultato dello scrutinio: 13 sì, 9 no, una bianca. Baccalà prende la parola, ogni tanto si interrompe perché è emozionato: “Non sono mai stato alle dipendenze di qualsiasi coalizione”.