Rischia di trasformarsi in una pesante cura dimagrante il nuovo piano industriale della Denso di San Salvo. Oggi la direzione della multinazionale giapponese ha illustrato il documento di programmazione 2021-2023 annunciando 200 esuberi entro l’anno fiscale 2021 “da gestire con accompagnamento alla pensione ed esodi incentivati“.
Attualmente lo stabilimento che produce alternatori e motorini di avviamento conta circa 1000 dipendenti. I rappresentanti dei lavoratori che hanno partecipato all’incontro con la direzione aziendale e con il presidente Shuji Ito si sono detti profondamente insoddisfatti del piano a causa dell’assenza di chiarezza sui nuovi prodotti legati all’auto elettrica. In una nota congiunta Fim, Fiom, Uilm e Fismic dicono: “Il piano prevede nell’immediato un percorso di riduzione dei costi e una trasformazione gestionale del nostro stabilimento per poter diventare la Dmit centrale per l’elettrificazione in Europa”.
[ant_dx]”Sia le segreterie che la rsu Denso hanno chiesto di calendarizzare incontri specifici per entrare nel merito del piano e intraprendere un percorso condiviso – concludono – Dopo i prossimi incontri con la direzione aziendale in cui approfondiremo i dettagli, indiremo un’assemblea informativa, decidendo insieme le iniziative da intraprendere”.
I timori riguardanti il sito produttivo sansalvese sono tanti, quello più concreto è che i 200 esuberi possano essere solo la prima tranche di una cura più pesante come accadde nel biennio 2006-2007 quando la crisi cancellò oltre 700 posti di lavoro in quell’ex Magneti Marelli (la multinazionale giapponese subentrò al 100% nel 2001) che, appena insediata a inizio Anni Settanta, contava oltre 2400 dipendenti e due stabilimenti (uno dedicato alle batterie oggi chiuso).