Gli effetti della pandemia a poco più di un anno dall’inizio dell’emergenza iniziano farsi sentire come temuto sul tessuto industriale locale. L’automotive già in sofferenza si sta mostrando ancora una volta tra i settori più fragili – i casi di Pilkington e Denso (di cui a breve è atteso il nuovo piano industriale) sono solo i casi più noti – ma non è il solo.
A risentire dei lunghi stop da lockdown e zona rossa/arancione che hanno comportato la chiusura dei negozi c’è anche quello del tessile. In Abruzzo il dazio più grande è quello che pagherà la Brioni di Penne che ha annunciato 320 esuberi nel nuovo piano industriale.
Nel Vastese quando si parla di tessile non si può non pensare a quello che una volta era un vero e proprio distretto, oggi quasi del tutto svuotato, la zona industriale di Gissi. Dopo la fuga della Golden Lady e il doppio bluff della riconversione, nello stabilimento della Val Sinello si è insediata un’azienda collegata a Falconeri che occupa un centinaio di lavoratori. Del distretto tessile faceva parte anche il Pantalonificio d’Abruzzo che ha chiuso i battenti nel 2016 licenziando 99 dipendenti in gran parte donne.
A resistere è l’altra costola del gruppo Canali a Gissi, il reparto che si occupa della produzione di giacche di alta moda (alcuni modelli sono stati scelti da Barak Obama, solo per fare un esempio) che oggi dà lavoro a 192 operai, anche in questo caso in stragrande maggioranza donne.
[ant_dx]Il gruppo Canali in Italia conta 1200 occupati. Il periodo del lockdown ha accelerato gli investimenti sul digitale con l’elaborazione di uno showroom virtuale per presentare le nuove collezioni ai buyer. L’amministratore delegato dell’azienda, Stefano Canali, ha annunciato di voler puntare su una maggiore presenza nel mercato cinese: “La Cina continentale continua a essere il motore primario per il nostro settore. All’espansione dei negozi fisici abbiamo affiancato la nostra presenza nel più importante negozio online cinese, primo tassello di un’articolata espansione digitale. Sul fronte offerta prodotto, abbiamo avviato una collaborazione col designer cinese 8ON8 che rappresenterà un’interessante miscela di cultura e di stili a beneficio di una clientela più ampia, variegata e internazionale”.
Le difficoltà non hanno risparmiato lo stabilimento di Gissi, ma il peggio sembra essere alle spalle soprattutto sul fronte del mantenimento dei livelli occupazionali. Attualmente l’azienda usufruisce della Cassa integrazione Covid coprendo con risorse proprie la restante parte per assicurare le stesse mensilità del periodo pre-pandemia. “L’azienda non ha fatto pesare la situazione sulle spalle delle operaie – dice Giampiera Bardeglinu della Filctem Cigl – e per i lavoratori continuare a lavorare, seppur al 50%, è stato molto importante anche a livello psicologico in un periodo in cui era tutto fermo. C’è stato bisogno anche di un cambio nella linea di prodotti da classico a sportivo, ma grazie a queste azioni non ci saranno esuberi“.