Abbiamo lasciato alle nostre spalle l’interessante e grazioso borgo di Rocca San Giovanni e ci stiamo dirigendo verso la prossima tappa che sarà Fossacesia.
Il nostro viaggio che racconta la Via Verde – Bike to Coast (leggi qui perché questa rubrica e le puntate precedenti) continua, immerso nella bellezza e nella diversità che questo territorio è sempre pronto a regalarci.
Decidiamo di raggiungere la prossima tappa passando attraverso l’interno, attraversando un paesaggio collinare mozzafiato in cui le pendenze non sono mai eccessive e che permettono, quindi, anche l’agevole procedere in bicicletta.
Ogni tanto, in funzione del punto in cui siamo, i monti della Maiella appaiono in tutta la loro materna bellezza e sono proprio questi i giorni in cui il Parco Nazionale della Maiella diventa Geoparco Unesco, un riconoscimento di importanza mondiale di cui siamo fieri.
Entriamo a Fossacesia accolti dalla Chiesa di San Donato che si trova in piazza del Popolo, costruita all’inizio del Novecento (nel 1905) e bombardata come molte altre nel 1943, durante uno dei bombardamenti della II Guerra Mondiale.
Facciamo qualche passo e ci troviamo, sulla destra la Fontana Monumentale delle Cinque Cannelle costruita nel 1888 e restaurata nel 1997. Fu il sindaco Giacomo Mayer che progettò la costruzione di questa monumentale fontana nel centro del paese che servì per supplire, a quell’epoca, la mancanza di acqua potabile nel paese.
Proprio di fronte la fontana monumentale troviamo il Palazzo Mayer, un edificio del 19° secolo edificato da don Michelangelo Mayer, che presenta la tipica impostazione della residenza gentilizia di città: quindi, grandi dimensioni su pianta quadrata su tre livelli.
Ora il Palazzo Mayer è dimora storica con una parte dedicata ad attività turistico-ricettive. Facendo qualche passo più avanti, la Chiesa del Santissimo Rosario fondata nel 1876.
Ci avviciniamo così al centro vivo e animato di Fossacesia dov’è presente il Palazzo Comunale che, nella foto che segue, fa da sfondo a un bellissimo Monumento ai Caduti chiamato “Allegoria della morte del soldato con angelo”.
La scultura di bronzo raffigura tre soldati e un angelo che sembra sfiorare con il sul viso quello del soldato ormai esanime.
Sul sito dei Beni Culturali si legge: “Il monumento è stato realizzato tra il 1972 e il 1973 dalla Fonderia Curti di Milano. Lo storico Antonio Piccirilli di Fossacesia riferisce che è stato eseguito sulla base dell’originario monumento ai caduti di Amleto Cataldi, inaugurato nel 1926 e distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale”.
Rimaniamo affascinati da questa statua sia per la bellezza e per la precisione, ma anche per il la presenza di questo angelo così “vivo” che sembra dare movimento a tutta la scena.
Da qui percorriamo un lungo rettilineo e poi un viale alberato che, in poco più di un chilometro, ci porta in un luogo tra i più belli della Costa dei Trabocchi: l’Abbazia di San Giovanni in Venere.
Il colpo d’occhio sull’abbazia è quello che rimane subito impresso, prima di andare a vedere, nel dettaglio, quelle che sono le caratteristiche di questo luogo.
La Basilica e l’adiacente monastero compongono l’intero complesso monastico di San Giovanni in Venere, entrambi risalenti all’inizio del XIII secolo.
Oltre l’interno che andremo a visitare, quello che lascia senza fiato, è il belvedere sul mare che ci permette di far spaziare la vista fino a vedere, verso sud, anche il Faro di Vasto.
Fotografiamo l’antico portale detto “della Luna” e poi entriamo in chiesa. Restiamo affascinati dalla sua grandezza, dall’alto soffitto, dal contrasto del bianco delle mura e lo scuro della struttura di legno che sorregge il tetto.
Andiamo a visitare due luoghi che sono davvero inaspettati per coloro che vengono qui per la prima volta e che lasciano sempre a bocca aperta i visitatori e i turisti che giungono in questo luogo: la Cripta e il Chiostro.
La cripta è formata da dieci campate scandite da arcate a tutto sesto e sesto acuto che custodiscono uno degli ambienti più belli e pregni di storia di cultura di questa parte di Abruzzo.
Ciò che risalta subito all’occhio è la decorazione con affreschi. Infatti ce ne sono cinque appartenenti ad epoche diverse.
Si dice che il più antico sia quello dell’abside centrale, del XII secolo, che raffigura l’immagine di Cristo dentro un’ellissi verticale con San Giovanni Battista al suo fianco.
Nella foto che segue, invece, quello che personalmente preferisco e che si trova sul lato destro della cripta.
Così “pieni di bellezza” facciamo un bagno di pace nel giardino e nel chiostro duecentesco.
Percorriamo il percorso della Via Crucis sotto le arcate decorate e ci lasciamo rilassare dal cinguettio degli uccellini che volano tra i rami degli alberi di arance, il profumo dell’erba fresca e il sole caldo che ci accarezza il viso.
Usciamo dalla chiesa e, percorrendo non piu di centocinquanta metri, raggiungiamo uno dei luoghi tra i più paesaggistici della Costa dei Trabocchi: il Belvedere di San Giovanni in Venere (che attualmente ospita lavori di ammodernamento).
Da qui lo sguardo spazia tra l’orizzonte blu del mare e, sulla sinistra, le antiche macchine da pesca che sono ferme lì da più di un secolo a rendere unico questo tratto di costa che stiamo raccontando.
Qui ci riposiamo e ci gustiamo un caffè che abbiamo portato con noi nel termos, mentre l’unico suono che spezza il silenzio è quello del mare lì sotto. Ripartiamo per raggiungere la prossima tappa del nostro viaggio. Quale sarà?
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