Abbiamo salutato il paese di San Vito Chietino e continuiamo il nostro viaggio verso sud seguendo quello che, speriamo nel prossimo futuro, sarà il percorso della pista ciclo-pedonale Via Verde – Bike to Coast (leggi qui per conoscere di più questa rubrica e leggere le puntate precedenti).
Viaggiamo nel vivo della Costa dei Trabocchi, dove queste particolari macchine da pesca si susseguono sempre più frequenti, a volte allineate con una prospettiva surreale e meravigliosa.
Dopo le spiagge rettilinee che abbiamo visto di Pescara, Francavilla e, in parte, anche di Ortona, la costa inizia a essere più irregolare, con insenature, calette, spiagge di diverso tipo, sabbia e sassolini.
Il mare, soprattutto durante la stagione primaverile, acquista un colore particolare, dal turchese e smeraldo vicino la costa al blu intenso verso l’orizzonte.
Entriamo nel territorio di Rocca San Giovanni per visitare prima la parte costiera e poi quella del borgo sulla collina.
Ci auspichiamo che questi due luoghi saranno presto collegati con diramazioni “a pettine” della futura ciclovia adriatica per permettere ai cicloturisti di fare un’interessante deviazione e conoscere anche questo borgo.
Proveniamo da Nord e il nostro punto di accesso al territorio di Rocca San Giovanni è la località di Vallevò. A detta dei turisti, uno dei (tanti) angoli pittoreschi della Costa d’Abruzzo e della Costa dei Trabocchi in particolare.
Siamo nelle prime ore del mattino e i colori che vediamo sono ancora tenui e pastellati.
Ci avviciniamo a uno dei trabocchi, ascoltiamo le onde del mare accarezzare gli scogli e il piccolo molo che forma un porto domestico dove attraccano le barche dei pescatori che rientrano dal mare con la piccola pesca del giorno.
Passiamo alcuni minuti a guardare il trabocco sospeso sul mare e di rimetterci in cammino. Percorriamo una strada in mezzo ad una natura rigogliosa e verdissima che dalla costa ci porta verso l’interno collinare.
Arriviamo nel paese di Rocca S. Giovanni che pare dipinto su di una roccia che si affaccia sui tanti campi coltivati tutt’attorno. Dal punto di vista geografico, il paese si trova tra la foce del fiume Sangro e quella del torrente Feltrino.
La nascita di Rocca San Giovanni si presume sia avvenuta intorno all’anno 1000 (la prima nota riguardante il paese è presente in un diploma firmato dall’imperatore Enrico III indirizzato al Monastero di San Giovanni in Venere risalente al 1047).
Il suo centro storico, infatti, è molto antico e risale al periodo medievale. In alcune foto d’epoca è evidente anche la presenza di una torre medievale isolata dall’abitato, ma che purtroppo andò distrutta durante uno dei tanti bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Dopo un caffè e un cornetto, iniziamo la nostra visita del paese partendo da Piazza degli Eroi, una piazza dall’architettura armoniosa, centro vitale del borgo con il bar, il forno, la Chiesa parrocchiale di San Matteo Apostolo, la Torre civica e palazzo Comunale.
Il Palazzo Comunale (nelle foto qui sopra) risale alle metà dell’Ottocento, ma è stato oggetto di un’importante opera di restaurazione negli anni ‘20 del Novecento. Un porticato con tre archi a tutto sesto ornano il piano terra di questo edificio a pianta quadrata costruito seguendo lo stile neomedievale lombardo.
Con il palazzo comunale di fronte e girando lo sguardo verso destra, ti accorgerai di una porta antica. Si tratta dell’antica Porta dei Filippini, risalente al sedicesimo secolo, entrata in pietra a forma di guglia Veneto-Bizantino, ovvero quello che resta dell’antico Palazzo dei Filippini.
Un altro lato della piazza è occupato dalla Chiesa di San Matteo Apostolo, in stile romanico a tre navate che, secondo alcune fonti attendibili, quando fu costruita apparteneva al castrum di San Giovanni in Venere.
Infatti, proprio nella forma e nello stile, questa chiesa richiama quella di San Giovanni in Venere a Fossacesia (che sicuramente visiteremo durante le prossime puntate di questa rubrica).
Da Piazza degli Eroi, iniziamo la nostra passeggiata incontrando la Piazzetta dell’Emigrante e, proprio da qui, si ha uno degli accessi alla camminata verso le antiche mura medievali costruite dai Normanni nel 1061 e ancora ben conservate.
Proseguiamo seguendo il perimetro delle mura medievali fino ad arrivare alla parte più importante di questa evidenza storica. Infatti, proprio in via Abate Oderisio, possiamo vedere la parte principale dei ruderi delle mura della rocca assieme al Torrione dei Filippini.
Passeggiamo in questa parte silenziosa del paese facendo alcune piccole deviazioni nei vicoli fino ad ammirare uno di questi, in particolare, arredato con una decorazione che mi ha fatto ricordare l’arte surrealista di Salvador Dalì (complimenti a chi l’ha realizzato!).
Torniamo nella parte centrale del paese, seguendo il corso e possiamo notare un ambiente curato, con bei palazzetti ben tenuti, gli immancabili balconi fioriti e veniamo incuriositi da un vicolo in particolare, quello del Sorriso. La targa recita così: “Vicolo del Sorriso di Donna Iolanda, canzoni romantiche, qualche rimpianto, un cestino di formaggio per tutti”.
Arriviamo all’estremità nord di Rocca San Giovanni che conclude il suo abitato con la villa comunale “Il Castello”, con giochi per bambini, panchine e un’invidiabile vista sulla valle sottostante, Vallevò, dalla quale dal mare siamo saliti fino in paese.
Ci sentiamo sia turisti che ospiti, ma anche cittadini che fanno parte di questo paese, ci sentiamo in famiglia, nella tranquillità che la bellezza della natura e dei piccoli borghi riesce sempre a regalare anche grazie il mare nelle vicinanze che riesce a donare pace a chiunque lo guardi con fiducia e, in un certo senso, amicizia.
Qui ci riposiamo un po’ prima di riprendere il cammino verso la prossima tappa alla scoperta di luoghi sulla futura pista ciclopedale Via Verde – Bike to Coast. Segui il viaggio!
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