South beach privatizzerà il litorale, svenderà il patrimonio naturalistico e produrrà lavoro dequalificato. Lo sostiene Marco Cannarsa, presidente del Comitato transizione ecologica Vasto, che interviene sul progetto edilizio a Marina di Montenero: 127 palazzi, 11mila alloggi, 200 ristoranti, quattro alberghi, un centro polifunzionale, 18 stabilimenti balneari, 17 ville signorili e canali navigabili per raggiungere in barca le abitazioni private. Il tutto alla foce del Trigno.
Secondo Cannarsa, la nuova città turistica sarebbe un problema per chi “non può permettersi di pagare i canoni degli stabilimenti privati”, quindi “significherà per molti una limitazione del diritto di usufruire di un bene pubblico come la spiaggia”.
Il progetto prevede “6mila unità lavorative per la realizzazione del complesso edilizio; 2mila persone da impiegare nelle attività turistiche e commerciali”, ma “si tratta di spiccioli – sostiene il presidente del Comitato – rispetto ai ricavi che questa valanga di cemento porterà nei portafogli degli investitori: in termini percentuali, nelle casse pubbliche finirebbe meno dello 0,02 per cento dei ricavi dei privati, che ammonteranno a cifre che superano di molto i 5 miliardi. Tutto nero su bianco nei documenti progettuali”.
Sotto l’aspetto occupazionale, “a un aumento degli occupati, per lo più precari, nel settore turistico, corrisponde una contrazione, pressoché equivalente, di posti di lavoro a maggior valore aggiunto”.
Cannarsa chiede un turismo sostenibile e cita uno studio della Banca d’Italia sul sovraffollamento, che “pone problemi non solo di salvaguardia del patrimonio artistico e ambientale, ma spesso incide direttamente sulle infrastrutture e sul tessuto urbano a discapito delle condizioni materiali di benessere della popolazione residente”.
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