Non sono loro i rapinatori del colpo alle Poste di Monteodorisio. Assolti tutti e tre gli imputati del processo sul raid di quattro anni fa. Lo ha deciso il Tribunale di Vasto. Oggi, alle 17.45, la sentenza è stata letta in aula da Anna Rosa Capuozzo, presidente del collegio di cui sono giudici a latere Stefania Izzi ed Elisa Ciabattoni.
La rapina – Il raid nell’ufficio postale di via Monaco era scattato pochi minuti dopo le 8 del 3 marzo 2017. Un cassiere era stato minacciato da un uomo col volto coperto e una pistola in pugno. In cassa c’erano le somme per il pagamento delle pensioni: il bottino della rapina era stato di circa 65mila euro. Le indagini dei carabinieri avevano portato a individuare tre presunti responsabili. Tre giovani di cui gli investigatori non avevano rivelato le generalità, perché gli indagati erano stati denunciati a piede libero.
Il processo – Il giudizio è durato circa tre anni. Ad allungare i tempi sono stati gli inevitabili rinvii dovuti all’emergenza Covid. Oggi la discussione. Al termine della sua requisitoria, il procuratore, Giampiero Di Florio, ha chiesto l’assoluzione dall’accusa di rapina per tutti e tre gli imputati e la condanna di uno di loro a quattro anni di reclusione per ricettazione e riciclaggio. Gli avvocati difensori, Francesco Bitritto, Guido Giangiacomo e Gabriele D’Ugo, hanno formulato richieste di assoluzione per il loro clienti.
Dopo un paio d’ore di camera di consiglio, il verdetto: tutti assolti.
“Sono estremamente contento”, commenta Bitritto, che difendeva l’accusato di ricettazione e riciclaggio. “Fin dall’inizio ero sicuro della non colpevolezza del ragazzo. Avevamo prodotto anche una perizia antropometrica, affidata al professor Maurizio Cusimano, da cui era emerso, in base alle immagini delle telecamere di videosorveglianza e agli appositi calcoli aritmetici, che il mio assistito è più alto del vero rapinatore. Abbiamo prodotto anche altre prove”.
Giangiacomo ha difeso il dipendente delle Poste, “accusato di aver agevolato il furto, reato che avrebbe macchiato la sua reputazione a vita. Ma non c’entrava niente ed è stato assolto con formula ampia. Nel frattempo, è stato prima sospeso e poi licenziato, provvedimento che abbiamo già impugnato. Questa assoluzione è una grande soddisfazione, soprattutto perché la posizione riguardava un ragazzo incensurato, ventiseienne all’epoca dei fatti. Ora è emersa la sua totale estraneità all’accaduto”.
“Una sentenza che ci aspettavamo”, dice D’Ugo. “L’impiegato delle Poste quella mattina era stato sequestrato dai rapinatori, che poi avevano atteso l’arrivo del direttore, da cui si erano fatti consegnare il denaro. Solo quella mattina il direttore, che aveva previsto di arrivare più tardi, aveva lasciato all’impiegato le chiavi per aprire l’ufficio. Il nostro cliente è stato assolto per non aver commesso il fatto. Meglio di così”. Il caso rimane irrisolto.