Duecento tonnellate di rifiuti nell’area della Fondo Valle Sangro, gestiti in maniera non conforme alle normative, sono state poste sotto sequestro dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Chieti. Il cumulo di rifiuti, costituito da cemento e traversine ferroviarie, era “gestito in quantitativi difformi da quanto autorizzato”, spiega il tenente colonnello Tiziana Altea, comandante dei carabinieri forestali di Chieti.
L’ispezione dei militari ha portato alla luce “una serie di prescrizioni non rispettate, quali la mancata alberatura perimetrale e l’assenza di un abbattitore di polveri derivanti dalla frantumazione del materiale inerte gestito dalla ditta, nonché la non corretta gestione delle acque di prima pioggia“.
All’indagato “è stato contestato l’art. 256 comma 1 lett. A) e comma 4 del Codice dell’ambiente, che prevede la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o l’ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro per chiunque effettua un’attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione”, spiega la nota dei carabinieri forestali.
Nel corso del controllo sono stati “riscontrati inoltre illeciti di natura amministrativa per la non corretta compilazione dei registri di carico e scarico. Le principali irregolarità riguardano la mancata realizzazione di accorgimenti atti a limitare l’inquinamento delle matrici ambientali, con un illecito risparmio dei costi di gestione delle ditte del settore”.