Di cosa parliamo – Il 21 dicembre 2020 tre operai della Esplodenti Sabino di Casalbordino hanno perso la vita a causa di una deflagrazione avvenuta nel sito dell’azienda in cui si producono fuochi d’artificio e si smaltiscono munizioni. Ora è incerto il futuro di ottanta lavoratori e delle loro famiglie. La figlia di un operaio ha scritto una lettera al prefetto di Chieti, Armando Forgione, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vasto, al presidente della Regione, Marco Marsilio, al ministero del Lavoro e al presidente del Consiglio, Mario Draghi. La lettera è firmata, ma l’autrice ci ha chiesto di poter mantenere l’anonimato. La pubblichiamo perché la consideriamo significativa.
“Gent.ma Autorità, sono la figlia di uno degli 80 operai della Esplodenti Sabino di Casalbordino che dal 21 dicembre scorso ha visto piombare la propria sicurezza lavorativa, e non solo, nell’incertezza più assoluta. Non credo possiate immaginare cosa voglia dire per un lavoratore come mio padre, ad un paio di anni dalla pensione, ritrovarsi da un momento all’altro in cassa integrazione, senza certezze sul proprio futuro lavorativo.
La vita di mio padre e degli altri lavoratori non può aspettare i tempi degli iter burocratici… c’è la spesa da fare, (perché sì, le famiglie stanno continuando a mangiare), ci sono le bollette da pagare, le imposte che i Comuni continuano ad inviare, le rate dei mutui, che per ‘fortuna’ a causa del covid siamo riusciti a sospendere fino al 30 marzo, ma che dalla fine di questo mese ricominceranno ad arrivare… Un pochino difficile riuscire a fare tutto questo con 350 euro circa al mese, non pensate? Per poi non parlare dei problemi di salute che nel frattempo possono arrivare, e magari ci si deve ritrovare a scegliere se pagarsi una visita medica o se mettere qualcosa nel frigo… In ultimo, ma non meno importante, c’è l’aspetto psicologico… un senso di inutilità, di impotenza… un padre di famiglia che da un giorno all’altro si ritrova a casa senza poter garantire alla sua famiglia le cose più indispensabili…
Questa è la realtà della mia famiglia ma che credo rispecchi quello che sta succedendo nelle altre 79 famiglie dei colleghi di mio padre. Bisogna aiutare questi lavoratori non soltanto con le parole, ma con i fatti, con gesti concreti ed anche immediati. Non possono rimanere nel dimenticatioio!”.