Di cosa parliamo – Il centrodestra di Vasto è a un bivio e sembra non sapere quale strada prendere per arrivare alle elezioni comunali del prossimo autunno. Quattro mesi di stallo sulla scelta del candidato sindaco nascondono molte ambizioni personali e una certa difficoltà a trovare la quadra. Il capogruppo della Lega in Consiglio comunale, Davide D’Alessandro, rifiuta l’ipotesi di convergenza su un candidato civico e scuote gli alleati: la quarta sconfitta consecuvita è dietro l’angolo.
VASTO – “In politica si può fare tutto o quasi, soltanto una cosa non si deve fare mai: scadere nel ridicolo”. Davide D’Alessandro non usa mezzi termini. A Zonalocale dice che, se nel centrodestra ognuno pensa di potersi candidare sindaco, Francesco Menna può già brindare al secondo mandato.
“Purtroppo, continuare ad andare sui giornali per dire che i nomi dei candidati non si fanno sui giornali, è ridicolo. Non riuscire a fare il nome di un candidato del proprio partito né sui giornali, né ai tavolini locali, né ai tavoloni regionali, è ridicolo. Dire che chi è il passato deve stare a casa mentre c’è tanto passato che crede di essere il presente e il futuro, è ridicolo. Non riconoscere che nel 2016 due uomini considerati a torto del passato, Desiati e Tagliente, sono risultati ancora i migliori, stracciando chi pensava di essere una novità, è ridicolo”.
Secondo l’esponente del Carroccio, nella coalizione reduce da quindici anni di opposizione troppi si sentono leader: “Autocandidarsi è ridicolo. Pensare a candidature che farebbero fatica dal Comune ad arrivare fino a Shanghai (altro che abbracciare e includere tutta la città) è ridicolo. Scoprire che sotto sotto, zitti zitti, sperano tutti di fare il candidato a sindaco, tranne il sottoscritto, è ridicolo. Sentirsi Napoleone, mentre non si ha neppure la statura del soldatino semplice, è ridicolo. Massimiliano Allegri direbbe che occorre farsi visitare da uno bravo, molto bravo.
Se ho fatto i nomi di Cappa e Sigismondi (si badi, non solo di Cappa), è perché non sono abitato dalla follia, ma soltanto da un sano realismo politico. Pensare che il primo partito d’Italia, d’Abruzzo e di Vasto, che guida la Regione con tanti consiglieri e assessori, che ha una candidatura espressa all’unanimità, che ha la capacità di aprirsi anche a un nome rilevante di un partito alleato, possa accettare un candidato civico, spuntato da sotto o sopra il cavolo, è ridicolo”.
Il problema è evidente a tutti, anche se nessuno sembra interessato a prevenirlo: “È chiaro che se il centrodestra è sommerso dal ridicolo, Menna non ha bisogno di fare campagna elettorale. Ha già vinto. Se, al contrario, il ridicolo viene messo da parte e si resta in fiduciosa attesa della scelta del tavolone, non del tavolino, allora Menna avrà i suoi problemi e il centrodestra la possibilità di gareggiare per tentare di vincere. Poi, lo so bene, a Vasto c’è anche un bellissimo mare e tanti di noi, io per primo, se dovesse trionfare il ridicolo, se ne andrebbero al mare a godersi il sole e i bagni. Nessun medico ha prescritto di fare politica con i ridicoli. Ci sono – conclude D’Alessandro – tante altre cose belle nella vita”.
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