Dal 21 gennaio, giorno in cui grazie al supporto dei suoi familiari ha inoltrato la richiesta di vaccinazione, Paolo Antonio Sabatino, 99 anni, è in attesa di una chiamata dalla Asl Lanciano Vasto Chieti. Ma, fino a ieri, per l’anziano di Castelguidone non c’è stata nessuna comunicazione, nè per la somministrazione del vaccino a domicilio, come richiesto vista la sua condizione di fragilità, nè per un’altra soluzione. “Abbiamo ricevuto una chiamata due giorni dopo la presentazione della domanda – spiegano i familiari – che confermava la presa in carico della richiesta. Poi più nulla“. Nel corso delle settimane sono stati fatti diversi tentativi per chiedere lumi sulla vaccinazione, senza nessun esito. Per questo, i familiari, su insistenza dello stesso Sabatino, hanno dato risonanza pubblica alla vicenda contattando i colleghi della redazione dell’Ecoaltomolise.net [LEGGI].
Quella di Paolo Antonio Sabatino è la storia di un uomo che ha servito la Patria e ha conosciuto prigionia e sofferenza durante la seconda guerra mondiale. Arruolatosi a 18 anni, venne fatto prigioniero a Fiume e deportato in Polonia, costretto a lavorare nelle fabbriche che si occupavano della produzione bellica tedesca. Ha lavorato all’assemblaggio di bombe volanti e missili radiocomandati, le micidiali V1 e V2. Riuscì poi a fuggire, salendo a bordo di una nave, per arrivare in Danimarca. Da lì, con le jeep degli americani, fece ritorno in Italia. A Castelguidone ha lavorato come calzolaio e poi ha avviato un’impresa edile.
Ora, alla soglia dei cento anni, ha una richiesta ben precisa: ricevere il vaccino come regalo per il suoi centesimo compleanno, tra qualche giorno, il 21 aprile. Intanto, la sua vicenda, che riaccende i fari sulla poca attenzione che troppo spesso c’è per chi vive nelle aree interne, è stata raccontata da tante testate regionali e nazionali, come il Corriere della Sera [LEGGI].