Un poliziotto è stato aggredito nel lunedì di Pasqua nel carcere di Vasto. Lo riferisce il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria.
Il fatto è accaduto attorno alle 18.30 nel reparto Covid della casa lavoro con annessa sezione circondariale di Torre Sinello.
Un internato, “dopo aver avuto il permesso di chiamare telefonicamente il proprio difensore di fiducia”, non avendo avuto risposta alla telefonata, ha deciso “di scagliare tutta la sua rabbia nei confronti del collega di servizio, asistente capo coordinatore, con molti anni di servizio, ligio al dovere e sempre presente in servizio e prossimo alla meritata pensione; nella colluttazione il collega riportava ben sette giorni di prognosi, nel contempo l’internato portava a termine tutta la sua frustrazione mettendo a soqquadro l’ufficio box agenti”, scrive il segretario locale del Sappe, Giovanni Notarangelo.
“Come ben noto e come previsto dall’articolo 216 del codice penale, i soggetti che vengono ospitati nelle case di lavoro o colonie agricole sono persone ritenute socialmente pericolose che devono scontare la misura di sicurezza e nel contempo sono obbligati a prestare attività lavorativa; purtroppo nella casa lavoro di Vasto tutto ciò non accade, anzi sono tanti gli internati che oziano e passano il tempo in branda, con l’aggravante che tra di essi ci sono molti soggetti affetti da problemi psichiatrici che ovviamente non dovrebbero essere ospitati negli istituti di pena ma bensì in strutture idonee con personale medico ed infermieristico specializzato. Questo ennesimo episodio non fa altro che aggravare le pessime condizione lavorative presso la casa lavoro di Vasto, vista anche e soprattutto la forte carenza di personale di polizia penitenziaria. Nell’esprimere la massima solidarietà al collega – conclude Notarangelo – si chiede alle autorità competenti di prendere in considerazione le problematiche irrisolte”.
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