“Concessione-possibile vendita”. Tre parole innescano dubbi e polemiche sul futuro del parco acquatico di Vasto. L’ipotesi di cessione definitiva dell’Aqualand è contenuta nel Dup (documento unico di programmazione) approvato il 30 marzo dal Consiglio comunale. Ma il sindaco, Francesco Menna, precisa che “è stato un mero errore sul Dup che, per una svista, non è stato uniformato al deliberato del settembre 2020, quando si è deciso all’unanimità di non vendere, dando indirizzo agli uffici di emanare un bando di concessione della gestione che preveda investimenti come tutti i bandi di questo tipo”.
Il centrodestra continua a martellare a colpi di comunicati stampa. In una lettera rivolta al primo cittadino e inviata per conoscenza anche al procuratore della Corte dei conti, i consiglieri comunali Francesco Prospero (FdI), Vincenzo Suriani (FdI), Edmondo Laudazi (il Nuovo Faro), Guido Giangiacomo (Forza Italia), Alessandro d’Elisa (gruppo misto), Alessandra Cappa (Lega) e Davide D’Alessandro (Lega) bollano come svantaggiosa l’operazione che si delinea dopo i risultati della perizia affidata al professor Alberto Dello Strologo dell’Università europea di Roma e “costata 20mila euro alle casse comunali”.
L’esperto ha quantificato il valore “del patrimonio complessivo aziendale del parco Aqualand sulla base dei libri contabili aziendali”, si legge nella relazione dell’esperto. La critica politica ruota attorno all’indennizzo da un milione e 395mila euro che il futuro affidatario dovrà pagare all’attuale società di gestione, l’Aqualand srl, “condiziona a partecipazione di eventuali interessati”.
Sarebbe stato più utile un sette rappresentanti di minoranza chiedono “se questo indennizzo sia dovuto e se, invece, in caso di accertati inadempimenti del concessionario, deve essere quest’ultimo a versare qualcosa in favore delle casse comunali”. L’impresa che subentrerà dovrà versare al Comune 110mila euro l’anno.
“Non posso rispondere anche di questioni del 2003”, replica Menna riferendosi alla data in cui l’allora amministrazione comunale di centrodestra stipulò l’accordo con l’attuale gestore. “Il professor Dello Strologo ha vinto la gara e ha stilato una perizia basata sui criteri stabiliti dalla convenzione del 2003, che prevede, al momento del cambio di gestione, l’obbligo del subentrante di liquidare al concessionario uscente la somma di un milione 395mila euro per gli investimenti non ammortizzati”.
Il tempo corre. Siamo ad aprile e il contratto in vigore scade a giugno. Secondo l’opposizione, sarebbe stato necessario “un bando con valenza europea e termini ampi di pubblicazione per consentire la massima partecipazione e attrarre investitori importanti come è accaduto a San Salvo con Amazon”.
Menna risponde dicendo che, “dal punto di vista del bando, faremo in tempo. Ma poi per la riapertura dovremo verificare la situazione pandemica”.