Un’idea progetto per ridare vita all’ex Cotir di Vasto, il centro ricerche agricole abbandonato da anni e devastato dai ladri [GUARDA]. L’ha elaborata e presentata alla Regione Abruzzo a gennaio l’Acm, associazione di competenze multidisciplinari.
Il presidente del sodalizio, Carlo Viggiano, ha consegnato a Zonalocale una copia del documento che delinea un possibile futuro per la grande struttura di contrada Zimarino.
L’idea – “Le parole riqualificazione, recupero e riuso, animano oggi il dibattito dell’area del vastese su questioni che riguardano la rigenerazione di aree dismesse di proprietà di enti pubblici.
A tal riguardo è stato realizzato e presentato, lo scorso mese di gennaio dall’Acm di Vasto, (associazione di competenze multidisciplinari) alla regione Abruzzo un’Idea progetto sulla rigenerazione dell’area ex Cotir avendone titolo in quanto iscritta all’albo regionale quale portatrice di interessi particolari”.
“Lo scopo di questa idea progetto è quello di suggerire descrivendo le iniziative che la Regione Abruzzo può attivare, nella rigenerazione dell’intero complesso Cotir come noto abbandonato e fortemente compromesso da atti vandalici. E’ bene evidenziare che i processi di rigenerazione di aree pubbliche sono comunque caratterizzati dall’attivazione di complesse operazioni di trasformazione per le quali sono necessari lunghi tempi di realizzazione e consistenti risorse economiche. Il supporto di investitori privati semplifica notevolmente il problema perché è proprio il capitale privato a contribuire in modo concreto alla possibile realizzazione di progetti e consentire la crescita economica e occupazionale del territorio.
Tutto ciò premesso, lo studio condotto dai tecnici Acm evidenzia alcune proposte di attività per il recupero funzionale della struttura anche e soprattutto in considerazione delle finalità insite nel Recovery Fund che destina in Italia circa 70 miliardi di euro alla rivoluzione verde ed alla transizione ecologica e, in tale ambito, circa 6,3 miliardi di euro all’Agricoltura sostenibile ed alla Economia circolare”.
L’idea progetto, proposta dall’Acm, si articola su diversi aspetti di possibilità di recupero dell’intera struttura mediante una serie di attività.
Agricoltura idroponica – Secondo quanto previsto dal progetto, “bisogna puntare su una delle innovative tecniche di coltura e coltivazione in serra delle piante fuori dal suolo e dalla terra. La terra viene infatti sostituita da un substrato inerte, che di solito è composto da lana di roccia, argilla o fibra di cocco”, attraverso cui “la pianta viene coltivata utilizzando la tecnica dell’idroponica. In questo modo – sottolinea l’Acm, che ha studiato il caso – si ottiene il risultato di ridurre parassiti e malattie abbattendo l’uso di insetticidi ed erbicidi nonché, rispetto alle coltivazioni tipiche dei campi aperti e non poca cosa risparmiare fino al 97% di acqua”.
Laboratorio metrologico – Gli spazi che erano destinati alle ricerche in materia di tecniche irrigue possono essere riutilizzati per la creazione di un laboratorio metrologico “in grado di garantire la taratura di ogni tipologia di strumentazione di qualsiasi genere di strumento/prodotto” per misurare grandezze quali “temperatura, pressione, umidità, dimensionali, masse, elettriche, tempo e frequenza”.
Laboratorio test e prove – Una ampia parte della struttura potrebbe essere destinata ad ospitare un ulteriore laboratorio per eseguire test e prove su una vasta gamma di manufatti industriali ovvero ad eseguire i cosiddetti controlli non distruttivi (Cnd). Di notevole rilevanza, da questo punto di vista, è la posizione geografica della struttura che sorge proprio nei pressi del casello autostradale della A14 e che, proprio per questa peculiarità, risulta collegata agevolmente con tutto l’indotto delle zone industriali di Vasto, San Salvo, Val Sinello, Val di Sangro e Termoli nonché con il porto di Vasto che dista solo pochi chilometri. Per attivare i due laboratori metrologico e test e prove si potrebbe sempre far ricorso ad un recupero di strumentazioni inutilizzate del Parco Scientifico e Tecnologico di Chieti Scalo”.
Laboratorio chimico agroalimentare – Non perdendo di vista quella che è stata la sua funzione originaria di centro di studio al servizio dell’agricoltura e, quindi, dell’alimentazione umana, ecco un altro sviluppo a portata di mano: “Un attrezzato laboratorio chimico destinato all’agroalimentare quale supporto per le aziende di produzione e di distribuzione alimentare”, in cui “tecnici specializzati si occupano di analisi microbiologiche sugli alimenti al fine di fornire un valido supporto tecnico per i controlli di qualità delle aziende”.
Polo culturale – Le aule didattiche e l’aula magna si prestano in via prioritaria, ma non certo unica, a istituire un possibile corso di laurea in biologia quale distacco dell’Università d’Annunzio di Pescara. Ponendo particolare attenzione alla biologia marina, vista la vicinanza della riserva marina di Punta Aderci, si potrebbero svolgere “attività formative esterne, quali tirocini ed esercitazioni in mare. La sala anfiteatro e le aule sono i luoghi giusti anche per convegni e corsi di formazione od anche master rivolti al mondo formativo europeo permettendo anche di ospitare i discendi disponendo il Cotir di trenta mini appartamenti.
“Secondo la visione del gruppo di lavoro Acm – spiega Viggiano – un’idea progetto come quella ipotizzata per il Cotir è realizzabile allorquando nasce con il presupposto di tenere nella giusta evidenza le esigenze del territorio e di non richiedere alti investimenti di natura pubblica.
Questo vuol dire che vanno ripensati i tradizionali strumenti della pianificazione territoriale, prevedendo un coinvolgimento attivo di forze economiche private che ravvisino nella iniziativa una concreta attrattività”.