Il consigliere regionale del M5S Pietro Smargiassi questa mattina ha raccontato sui suoi canali social la sua esperienza con il Coronavirus. “Credo sia importante testimoniare la mia esperienza con il Covid per mille ragioni – spiega il consigliere regionale -. Dare speranza a chi ancora combatte una battaglia con questo virus e offrire qualche spunto di riflessione a chi considera ancora esagerate le misure messe in atto per contrastare la diffusione del Covid19.
Detto ciò ho una notizia, buona o brutta dipende da voi non da me. Sono finalmente risultato negativo al tampone. Abbiamo lottato e battuto il Covid. Un nemico subdolo e infame, arriva dentro di te e quando te ne accorgi è già troppo tardi. Ci sono voluti 25 giorni, in totale solitudine, molti dei quali passati a pensare (una cosa che in quelle condizioni non si dovrebbe mai fare) e spesso vieni schiacciato da pensieri brutti. Oggi ne parlo come un’esperienza, negativa, ma ringraziando Dio passata. Aggiungerei, da dimenticare.
Ma prima è necessario trasferire la consapevolezza di due cose:
1. La facilità con la quale il Covid può aggredirti.
2. Combattere alcuni luoghi comune come la sciocchezza che si tratti solo di un influenza.
Il Covid è una brutta bestia e che purtroppo combatti da solo. Non hai nessuno accanto. I sintomi peggiorano giorno per giorno, le paure ti assalgono, le notti non passano mai, le giornate scandite da medicine su medicine. Il corpo all’inizio a non risponde e la testa viaggia tra mille pensieri bui.
Poi arriva la telefonata che non vorresti mai ricevere e ti annuncia che hai infettato moglie e figlie. Si aggiunge il terrore di aver fatto del male alle persone a te più care. Accettare di mettere a repentaglio la vita dei tuoi figli, di tua moglie, non è facile. In questi 25 giorni ho perso anche un parente di 56 anni, in perfetta salute, con il Covid. Il Covid aggredisce il corpo e la psiche di un paziente lasciato solo. La tv nel frattempo ti racconta di morti, di contagiati, di posti in terapia intensiva esauriti, di posti in malattie infettive finiti, dell’ossigeno esaurito. Una grande consolazione per chi sta combattendo contro il Covid.
Ne sono uscito, è andata bene. Ma da oggi consiglio a tutti di non lasciarsi mai sfuggire con me cazzate tipo il Covid non esiste. Potrei essere mille volte peggio del mio peggio. Spero troviate sempre la forza di proteggervi e proteggere le persone a voi care. State attenti e non sottovalutate mai questo terribile nemico.
Un abbraccio a tutti voi e a chi mi ha inviato un pensiero, un messaggio, una chiamata… a chi c’è stato. Mi è stato d’aiuto, grazie di cuore. Grazie al personale impegnato nel drive-in di Vasto dell’Arma dei Carabinieri professionale, sensibile e disponibile. E pensare che qualcuno dichiarava che una postazione a Vasto era inutile, mi sembra ancora oggi incredibile. Grazie ai medici della USCA per avermi contattato tutti i giorni con consigli preziosi, con una parola di conforto, con informazioni utili e spesso indispensabili. Grazie al medico dell’USCA che mi ha visitato e rassicurato. Nella sua ultima telefonata ho scoperto che non sapeva chi fossi; questo rende il suo lavoro ancora più encomiabile.
Grazie al mio medico di famiglia, dottoressa Gabriella Zaccardi, per tutte le premure, le telefonate e la disponibilità nei nostri confronti in questo mese. Grazie al personale Asl, ai medici, ai tanti infermieri, al personale sanitario e non sanitario che ogni giorno lotta, rischia, combatte contro il Covid e spesso con una carezza, una parola, uno sguardo che diventa la speranza per noi malati su cui aggrapparsi quando tutto sembra perduto. Grazie al Dott. Muraglia, al Dott. Torzi e alla Dott.ssa La Torre. Grazie alle tante persone, alcune inaspettate, che mi hanno mostrato una reale vicinanza. Grazie anche a chi lo ha fatto solo per un necessario atto di circostanza. Grazie agli amici che son passati quasi ogni giorno sotto la finestra per un saluto, a chi ci ha portato una pizza, un dolce, una ciambella, un gelato, un babà, un tiramisù, una zeppola, una bottiglia di vino, un rustico, una spesa, della frutta… non immaginate nemmeno quanto quei gesti siano stati importanti. Non dimenticherò mai questi 25 giorni che, nel bene e nel male, hanno segnato me e la mia famiglia.
Mentre scrivo penso ai tanti che ancora stanno combattendo contro il Covid, penso a loro e alle loro paure, che son state le mie, alle loro ansie e le loro angosce che ho vissuto sulla mia pelle. Scrivo e penso a voi, scrivo e prego che ne possiate uscire presto. Non arrendetevi mai, siate forti e combattete. Il Covid si può battere ed io ne sono la prova. In una foto il racconto di questa brutta esperienza. Son tornato!”.