Nei laboratori ci sono ancora le provette piene, i contenitori con i semi all’interno (tra le pochissime cose ancora in ordine, evidentemente non interessano a ladri e vandali), i camici appesi alla parete, alcuni disegni e foto di famiglia. Nella devastazione pressoché totale del Cotir ci sono alcuni elementi, alcuni angoli, che fanno ancora pensare all’ultimo giorno di lavoro come se il tempo si fosse fermato in quell’istante congelandosi in uno scenario che siamo soliti vedere nei reportage dalle zone di esclusione imposte dopo gli incidenti nucleari (Chernobyl e Fukushima).
Ma qui, fortunatamente, siamo di fronte solo a una pubblica amministrazione che lascia marcire il proprio patrimonio sotto l’azione di malintenzionati e intemperie e da questo punto di vista il Cotir è in buona compagnia. L’ex centro di ricerca, a differenza di altre opere mai entrate in funzione simbolo di sperpero di denaro pubblico, può vantare un passato glorioso; quegli ambienti per lunghi anni hanno ospitato lavoratori e funzionari.
L’elenco nel Vastese è corposo – e come sappiamo si è leggermente snellito dopo il depennamento dell’ex autoporto di San Salvo abbattuto per far spazio al grande polo logistico – e dell’esatto costo di alcune opere sostenuto dalla collettività la memoria si è persa nei meandri del tempo. Oggi sono come macigni in ricordo di un passato di maniche larghe, inamovibili a causa di ristrettezze di bilancio e assenza di programmazione.
Ve proponiamo una parte di questo elenco, consci di star sicuramente dimenticando qualcosa.
TEATRO COMUNALE, SAN SALVO – La sua forma squadrata e il suo rivestimento in acciaio corten (no, non è ruggine) sono diventati col tempo rappresentazione plastica del concetto di “incompiuto”. La costruzione del nuovo teatro sansalvese è iniziata con la giunta di Gabriele Marchese. Costato oltre tre milioni di euro, ne servirebbero altri 1,2 per completarlo. L’amministrazione di Tiziana Magnacca ha avuto il merito di porre fine all’indicibile degrado che circondava il cantiere perenne con la riqualificazione di quella parte di villa comunale. In diverse occasioni è stata annunciata l’apertura della sala registrazioni al piano inferiore, ma il furto di attrezzature ha lasciato nel dimenticatoio anche quel progetto che avrebbe dato una casa alle tante formazioni musicali della città e del territorio. Da tempo il futuro di quest’opera è uscito dalla discussione pubblica e il nuovo teatro viene usato solo come manganello per rinfacciare i demeriti di chi lo iniziò senza mai finirlo.
PARCHEGGIO MULTIPIANO, SAN SALVO – Altra illustre incompiuta: in via Montegrappa sorge un antiestetico multipiano che nelle intenzioni dell’ultima giunta di Arnaldo Mariotti avrebbe dovuto fornire una soluzione alla difficoltà di parcheggio in centro. La previsione fu errata. Il piano inferiore fu temporaneamente usato come sede della protezione civile fino a quando un incendio danneggiò seriamente la struttura.
Per riqualificarlo, nel 2013, fu indetto un concorso di idee che ebbe anche un vincitore. In un consiglio comunale del 2017, il sindaco Magnacca ne annunciò la trasformazione in un polo destinato al Terziario tramite progetto di finanza che avrebbe coinvolto anche l’area circostante. Ma, anche del destino del multipiano di via Montegrappa si sono perse le tracce.
IMPIANTO TRATTAMENTO ACQUE, SAN SALVO – Nella zona industriale, in viale Germania, sorge un impianto di proprietà dell’Arap, l’Agenzia Regionale per le Attività Produttive, costruito per trattare le acque reflue dei frantoi e delle lavorazioni di vegetali. Non è mai entrato in funzione, ma in compenso è diventato un posto privilegiato dagli incivili che vi scaricano rifiuti di ogni sorta. Nel 2012 e nel 2019 è stato interessato da grandi incendi che hanno finito di danneggiare la struttura già precaria.
SCUOLA INFERMIERI, GISSI – Una delle opere provenienti direttamente dall’epoca d’oro di Gissi e del suo più alto esponente politico, Remo Gaspari. Costata oltre 3 miliardi di vecchie lire e completata nel 1997, avrebbe dovuto ospitare una scuola per infermieri a pochi passi dall’ex ospedale.
Tra le criticità principali ci sono le infiltrazioni d’acqua: il piano interrato, dove c’è anche la sala convegni, è perennemente allagato. La struttura è di proprietà della Asl Lanciano Vasto Chieti ed è tornata in voga con le proteste del sindaco Agostino Chieffo per l’apertura nell’ex ospedale di un Covid-Hotel. Il primo cittadino chiedeva alla Asl di destinare a tale scopo la struttura mai usata. Magra consolazione: nel 2013 la scuola infermieri ha avuto qualche minuto di celebrità finendo in un servizio del tg satirico Striscia la notizia (gli stessi inviati erano stati anche all’autoporto di San Salvo, che portino fortuna?).
EX DISTRETTO SANITARIO, GISSI – A qualche centinaio di metri da ex ospedale e scuola infermieri c’è l’ex distretto sanitario sempre di proprietà della Asl Lanciano Vasto Chieti. Dopo lo spostamento degli uffici sanitari, ha ospitato per un anno le classi della scuola elementare. Nella discussione sul Covid-Hotel il primo cittadino propose anche questa sede alternativa. I vigili del fuoco hanno chiesto di poterla usare come caserma, ma l’azienda sanitaria avrebbe chiesto un canone troppo alto. Così, oggi, è in disuso e frequentato dai vandali.
ASILO “CARLO DELLA PENNA”, VASTO – Donato al Comune da Carlo Della Penna, vastese emigrato in Argentina, ha accolto generazioni di vastesi. La struttura di via Madonna dell’Asilo ha ospitato anche alcune aulee dell’università e, successivamente, del corso di taglio e cucito prima di essere chiusa dopo il terremoto dell’Aquila nel 2009 (nel 2002 c’era stata una chiusura temporanea a seguito del sisma del Molise, ma poi riaprì).
Come gran parte dei luoghi in disuso è stato preso di mira dagli incivili. In città è nato un comitato che ne chiede il recupero, il Comune più volte ha annunciato la presentazione di un progetto di riqualificazione per l’accesso ai fondi, ma le porte continuano a essere aperte solo ai vandali.
RSA, VASTO – Di proprietà della Asl Lanciano Vasto Chieti, in via Sant’Onofrio c’è solo lo scheletro di quella che doveva essere una Rsa. Oggi pare sia in vendita.
PARCHEGGIO SOTTERRANEO, VASTO MARINA – Occhio non vede, cuore non duole. Del parcheggio sotterraneo di via Martiri Istriani si parla molto meno rispetto alle altre celebri incompiute, eppure questa può vantare un bel profilo di notorietà: 200 posti auto proprio in quella marina che d’estate soffre l’insufficienza di parcheggi. La struttura non è visibile esternamente perché si sviluppa sotto il piano stradale. Da oltre 10 anni è in abbandono, manca l’agibilità e bisogna dotarlo di sistema antincendio. Il Comune, proprietario dell’immobile, ha più volte ribadito di volersene sbarazzare mettendolo in vendita a oltre un milione e mezzo. Ad oggi resta lì, inagibile e chiuso.
CENTRALE FOTOVOLTAICA “ELIO 1”, CUPELLO – Al confine tra Cupello e San Salvo c’è la centrale solare “Elio 1”, uno dei primi impianti di questo genere in Abruzzo all’epoca in avanguardia. Di proprietà regionale, dopo quasi 30 anni dalla realizzazione, necessita di un revamping dei pannelli solari e, destino comune ad altre opere, ha conosciuto furti in serie e abbandono.
Nel 2017, l’allora sindaco Manuele Marcovecchio – oggi consigliere regionale – propose la creazione di un “Polo delle energie rinnovabili” che avrebbe dovuto comprendere anche la centrale “Elio 1”. Anche il consigliere d’opposizione, Camillo D’Amico, ne chiese a più riprese un rilancio mai avvenuto.
CASTELLO, CARPINETO SINELLO – Chi non conosce il castello di Carpineto Sinello? Probabilmente in pochi lo hanno visto senza le impalcature che lo circondano da decenni per una ristrutturazione ferma al palo. Potrebbe essere un’attrattiva per tutta l’area del Sinello, ma la luce in fondo al tunnel di questa vicenda non ancora si vede. Il piano inferiore per qualche anno ha ospitato il Museo del maiale dedicato alla filiera della lavorazione della carne poi chiuso.
Di recente se n’è tornato a parlare con un’interrogazione della parlamentare Carmela Grippa sui fondi stanziati per la sua ristrutturazione.
PARCO AVVENTURA, CELENZA SUL TRIGNO – Finanziato con 160mila euro da Regione Abruzzo e Comune, fu inaugurato nel luglio 2015 per essere chiuso l’anno dopo. Da allora non è stato più riaperto. A bloccarlo pare siano problemi legati alla fossa imhoff. Nell’unica estate di apertura fece registrare 600 visitatori paganti.