Zona industriale e sicurezza, un binomio spesso di difficile realizzazione. A ricordarlo è l’ultima vicenda che ha interessato l’area tra le più produttive d’Abruzzo: mille tonnellate di rifiuti accatastati illecitamente in un capannone di San Salvo. Una quantità enorme di balle (che raggiungono in altezza il tetto del capannone) che presuppone l’impiego per il trasporto e lo stoccaggio di mezzi e uomini che pare non siano stati da occhi indiscreti.
A indagare sull’accaduto è la Procura della Repubblica di Bari, nel frattempo il Comune ha emesso un’ordinanza per obbligare il titolare alla bonifica, ma questo non ha mai ottemperato e, considerata la situazione non salutare, dovrà pensarci l’ente. La giunta sansalvese ha chiesto alla Regione i soldi necessari (una prima stima è di 200mila euro, ma si teme che la somma necessaria possa essere molto più alta) [LEGGI].
La vicenda non è isolata, negli ultimi anni la zona industriale sansalvese è stata interessata da episodi simili difficili da arginare anche a causa della presenza di numerosi capannoni in disuso da anni diventati terra di nessuno. Basta ricordare, nel settembre 2019, l’incendio che si sviluppò in un fabbricato – mai completato – contenente 56 veicoli in abbandono e rifiuti vari: dopo il rogo intervennero i carabinieri forestali che lo sequestrarono, l’area è tutt’ora non bonificata.
Nel giugno dello stesso anno ad andare a fuoco fu l’impianto dell’Arap per il trattamento delle acque vegetali di viale Libero Grassi. L’intenzione dell’ex consorzio industriale era di realizzare qui un impianto per il trattamento delle acque refle e degli scarti vegetali, ma il sito non entrò mai in funzione finendo in totale abbandono. Nel corso degli anni è stato più volte interessato da incendi che hanno rivelato anche la presenza massiccia di rifiuti nella vegetazione.
Nel 2014, la finanza sequestrò una montagna di pneumatici stoccati violando le norme ambientali [LEGGI]
Non si contano, poi, i piccoli e grandi roghi che periodicamente interessano scarpate e altre aree facendo scoprire puntualmente zone completamente invase dai rifiuti (l’ultimo caso risale solo a qualche settimana fa, LEGGI).
Nell’elenco dei roghi andrebbe poi aggiungo quello, drammatico, che ha distrutto i capannoni di due attività nel gennaio 2019 [LEGGI].
La sicurezza della zona industriale di San Salvo – interessata anche da numerosi furti ai danni delle aziende – è stata al centro di diversi tavoli tra Comune, Arap e imprenditori che hanno posto l’attenzione su una delle principali criticità, l’assenza di illuminazione.
Dopo diversi anni dai primi appuntamenti, alcuni imprenditori si sono dotati di videosorveglianza “Nel frattempo – dice l’assessore alla Sicurezza Fabio Raspa che si è fatto promotore degli incontri – alcuni privati hanno agito autonomamente installando la propria videosorveglianza collegata alla caserma dei carabinieri. So però che anche l’Arap sta investendo”.
L’Agenzia Regionale per lo Sviluppo Economico recentemente ha pubblicato una delibera di indirizzo per un project financing per il potenziamento dell’illuminazione, i nuovi pali saranno dotati di supporto per le telecamere.
“È in corso – aggiunge Gianni Cordisco, membro del cda Arap – anche una ricognizione delle aree in disuso che potrebbero rientrare nei progetti di transizione ecologica”. È in programma inoltre anche un sopralluogo al sito abbandonato incendiato un paio di anni fa, ma è difficile dire se avrà un futuro.