Daniela Sabatino, attaccante abruzzese di Castelguidone, è pronta a tornare in campo con la sua Fiorentina dopo aver messo in bacheca un riconoscimento prestigioso. È premiata scelta tra le 11 migliori calciatrici della stagione 2019/2020 (quando vestiva la maglia del Sassuolo) nel Gran Galà dell’Associazione Italiana Calciatori.
“Ricevere questo premio è stato motivo d’orgoglio, soprattutto perché sono state le mie compagne e le mie avversarie a votare per me. Essere riconosciuta nella top 11 mi ha fatto veramente tanto piacere, nell’anno così inusuale rispetto al solito”, racconta la giocatrice della Fiorentina.
Il calcio femminile, in un periodo di ascesa, soprattutto dopo il Mondiale di Francia che ha portato grande attenzione su di voi, si trova a fare i conti con un periodo storico in cui giocate negli stadi vuoti. Potrebbe essere una battuta d’arresto per l’affermazione del movimento?
Giocare senza pubblico è veramente brutto ma questa pandemia sta colpendo duramente e dobbiamo conviverci. Noi siamo fortunate perché il campionato non è stato fermato, facciamo i tamponi ogni settimana per essere sempre controllate e andare avanti. Certo, è accaduto tutto in una fase in cui il calcio femminile stava crescendo tantissimo in Italia. Però credo che, nonostante la pandemia, possiamo finalmente essere riconosciute anche nel nostro Paese.
Nel commentare il premio dell’Aic hai usato due parole: imparare e migliorare. Due concetti non scontati per una calciatrice con un lungo percorso già alle spalle.
Ma io mi sento ancora giovane dentro, nonostante abbia una certa età anagrafica. Ho ancora voglia di imparare perché c’è sempre qualcosa da apprendere. Per me ogni stagione è importante, voglio sempre dimostrare il mio amore per questo sport. Voglio trasmettere anche alle più giovani che non bisogna mai accontentarsi, bisogna sempre pretendere tanto da se stessi e aspirare al massimo.
E poi hai scritto “sognare”. Cosa sogni per il futuro?
Sognare è molto importante. Per me il sogno da bambina era quello di disputare un Mondiale e ci sono riuscita. L’Europeo l’ho già disputato. Adesso ci siamo qualificate e voglio far di tutto per partecipare anche agli Europei in Inghilterra. Arrivare a raggiungere obiettivi personali, di club o con la Nazionale è il sogno di ogni calciatrice. E mi piace sempre sognare in grande.
Sei l’unica calciatrice ad essere andata in doppia cifra per quindici stagioni consecutive, record difficilmente superabile. Hai nel mirino i 300 gol in serie A e i 500 in carriera. Avere questi obiettivi personali ti dà una motivazione aggiuntiva?
Per me ogni anno è uno stimolo a far bene. Purtroppo, qui a Firenze, quest’anno non siamo riuscite a raggiungere un obiettivo di squadra, come lo scudetto, la Coppa Italia, la Supercoppa o la qualificazione alla prossima Champions. Questo mi rattrista un po’. Mi dispiace perché è vero che sono andata in doppia cifra ma evidentemente i miei gol non stati sufficienti per raggiungere questi obiettivi. Ora vogliamo affrontare al meglio questo finale di stagione. Per me il gol è importante, adesso è un po’ che non arriva e mi sta mancando.
Sia nella Fiorentina che in Nazionale vivi un duplice ruolo. Oltre ad essere importante in campo come attaccante sei una giocatrice che guida le calciatrici più giovani. Ti trovi a tuo agio?
Non è una cosa che mi pesa. Mi sento ancora una ragazzina, ho ancora voglia di sudare per raggiungere obiettivi. Quello che cerco di dimostrare a tutti è il lavoro costante sul campo. E poi voglio divertirmi, perché il calcio è anche questo. Bisogna prenderlo seriamente ma senza farlo diventare un’ossessione. Quando c’è da fare allenamento con serietà e concentrazione, sono la prima. Ma sono anche quella che sdrammatizza, che fa casino negli spogliatoi, che prende un po’ in giro per fare gruppo, per creare una bella armonia.
E questo si vede chiaramente dai vostri profili social durante i ritiri azzurri e nei post partita.
In Nazionale siamo un bel gruppo, lo stiamo dimostrando partita dopo partita, stiamo bene insieme, lo ripeto all’infinito, e questo ci ha permesso di raggiungere obiettivi importanti. Voglio sempre dimostrare che quando c’è da lavorare sul campo si lavora ma quando c’è da scherzare non mi tiro indietro.
Vivi dalla scorsa estate l’ambiente di Firenze, squadra storica nel femminile che sta continuando a crescere. Quanto fa bene il lavoro della società viola a tutto il movimento?
È stata la prima società professionistica a investire sul calcio femminile, quindi la storia parla da sola. Dispiace per come è andata questa stagione. Ma il presidente Commisso e tutta la società credono nel movimento e, sicuramente, vorranno – e lo vorremo anche noi – dimostrare nella prossima stagione che questa è stata solo un’annata “no”. Questa società e questa città meritano di lottare per obiettivi importanti.
Tra un anno, in questo periodo, inizierà la marcia di avvicinamento all’Europeo. C’è tanta concorrenza, tu sei un punto di riferimento ma il posto tra le convocate della ct Bertolini bisognerà meritarlo sul campo. Come affronterai i prossimi mesi?
Cercherò di lavorare bene, di far bene nel club. La continuità ti aiuta a lottare per avere un posto importante nel giro azzurro. Io cercherò di farmi portare. È vero, avrò un anno in più, sarà però compito dell’allenatrice decidere chi merita e chi no. Io ci metterò tutta me stessa per esserci, perché è un mio obiettivo partecipare agli Europei.
È sempre forte il legame con la tua famiglia, con la tua terra d’origine. Quanto ti manca non poterli averli allo stadio, a dover stare un po’ più lontani?
Per me la famiglia viene prima di tutto. Anche loro sono dispiaciuti del non poter venire a vedere le partite. Ma l’importante, lo ripeto sempre, è che stiano bene. Castelguidone ha avuto pochi casi ma, purtroppo, abbiamo perso una persona per questo maledetto Covid. Mi dispiace per tutti i morti che ci sono stati e ci sono ancora per colpa della pandemia. Spero solo che al più presto potremo uscirne fuori.