La vaccinazione autarchica auspicata da Francesco Menna fa discutere suscitando reazioni e polemiche.
Inaspettata, la presa di posizione del sindaco di Vasto, è racchiusa in un comunicato diramato dal municipio tre giorni fa. Il primo cittadino si lancia in un’intemerata contro la Asl provinciale perché non ha ancora indicato una sede per la campagna vaccinale a Vasto. Ottiene il risultato che voleva: nel giro di poche ore, l’azienda sanitaria gli risponde e lui annuncia in un secondo comunicato che sarà il PalaBcc a ospitare la vaccinazione di massa.
Ma un’affermazione sorprende. A fare le siringhe ai vastesi siano i medici dell’ospedale San Pio e non professionisti provenienti da fuori regione, è il concetto espresso da Menna: “Chiederò al direttore Thomas Schael e alla Regione di evitare, se possibile, per Vasto l’associazione padovana di operatori per il piano vaccini, ma di basarsi sulla preziosa professionalità di medici ospedalieri”.
Il riferimento è ai volontari di Mani unite per Padova, impegnati a inoculare le dosi di siero anti-Covid a Chieti. La dichiarazione di Menna non passa inosservata, tant’è che arriva la replica dalla presidente dell’associazione, Eleonora Caramanna, “per rispetto dei 12 volontari, che per tre giorni di fila senza sosta e per 12 ore al giorno hanno vaccinato oltre mille anziani nel vostro territorio abruzzese” e “noi tutti abbiamo percorso 500 chilometri per raggiungere la città di Chieti”. “Abbiamo semplicemente donato le mani di cinque medici straordinari con una carriera alle spalle brillantissima, che con molta umiltà si sono messi a disposizione in questa emergenza con spirito di gratuità. Professori accademici che hanno insegnato alla prestigiosa facoltà di Medicina dell’Università di Padova e che non desiderano essere menzionati preferendo l’anonimato”. Precisa che “non desideriamo né encomi, né ringraziamenti” e conclude: “Per il bene della generazione che ci ha dato la vita, siamo pronti a tornare”.
Dalla garbata replica alla polemica politica il passo è breve. “Com’è possibile – chiede Davide D’Alessandro della Lega – respingere professionisti del volontariato impegnati a vaccinare, professionisti ai quali si può e si deve dire solo grazie in un contesto così complicato per tutta la sanità nazionale? Lo scarso spessore istituzionale del nostro primo cittadino – commenta il capogruppo consiliare del Carroccio – ha ancora una volta procurato una brutta figura alla nostra città, al nome della nostra città, che non ha mai osato, nella sua storia, rifiutare le mani tese dei volontari, siano essi abruzzesi o di altre regioni”.