Tutti vaccinati entro settembre. Questa è la scommessa della Regione Abruzzo. Ed è anche l’impegno che il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, e l’assessora regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, hanno assunto stamani nella conferenza con il referente regionale per la campagna di vaccinazione, Maurizio Brucchi, e il direttore dell’Agenzia sanitaria, Pierluigi Cosenza. “Aumenta il numero dei vaccinatori, definite le tempistiche per le diverse categorie”, riassume una nota della Regione.
Il piano regionale vaccinale per la fase 2 è stato presentato all’Aquila e prevede una gestione diffusa sul territorio: inoculazioni non solo negli ospedali, ma anche attraverso “l’attivazione di decine di punti vaccinali territoriali localizzati”. Il documento, elaborato dal Dipartimento regionale sanità, in collaborazione con le Asl, la Protezione civile integra l’ordinanza di gennaio, quella sulla vaccinazione dei sanitari, con le nuove linee guida del Piano vaccinazione nazionale approvato il 13 marzo scorso. Le dosi saranno somministrate anche da medici di medicina generale, ambulatoriali, pediatri di libera scelta, odontoiatri, farmacisti, specializzandi, equipe di assistenza domiciliare integrata (Adi), medici sportivi del Coni, medici di fabbriche e grandi magazzini.
“Abbiamo messo in moto una macchina organizzativa capace di affrontare la sfida”, ha affermato Marsilio. “Si sta facendo un grande sforzo di organizzazione che coinvolge non solo sanitari in servizio ma anche volontari, medici in pensione, a titolo gratuito, specie nelle piccole comunità”.
L’obiettivo è terminare nel giro di sei mesi: “Con l’attuale programmazione delle dosi raggiungeremo l’obiettivo nel mese di settembre.Se arrivano prima più dosi potremmo arrivare con qualche settimana di anticipo per stare fuori così dall’emergenza della fase critica”.
“A loro dico grazie per lo straordinario lavoro che stanno facendo. Se nella nostra regione siamo riusciti ad ottenere questi risultati è stato perché tempestivamente è scattato un sistema che ha lavorato bene e per l’impegno straordinario degli operatori in prima linea ogni giorno”.
Sul fronte della logistica, il modello resta quello dei punti hub e spoke, così da definire puntualmente funzioni e compiti nel processo di somministrazione dei vaccini disponibili. I primi, oltre ad essere i centri di stoccaggio dei vaccini e distribuzione degli stessi nei centri spoke, rappresentano le sedi di vaccinazione permanenti.
I centri spoke, invece, sono i punti vaccinali territoriali, individuati da ogni azienda sanitaria per agevolare l’accesso alla vaccinazione di tutta la popolazione. Ce ne saranno 35 in provincia di Teramo, 27 in quella di Chieti, 24 nell’Aquilano, 23 nel Pescarese. Chi non può spostarsi da casa usufruirà della vaccinazione domiciliare, somministrata da team che lavoreranno su turni di dieci ore giornaliere, nelle quali potranno eseguire 20 vaccinazioni, due ogni ora, compresi i tempi di percorrenza tra un’abitazione e l’altra.
Le priorità: completamento della vaccinazione delle categorie già inserite nella fase 1 (operatori sanitari e professioni sanitarie, compresi informatori scientifici e biomedici; forze armate, di polizia, soccorso pubblico; comunità residenziali; personale scolastico; personale delle procure e dei tribunali; disabili, fragili e loro caregiver) e avvio della campagna per le altre categorie in base all’età anagrafica, così come specificato nelle linee guida nazionali (età 70-79, 60-69, soggetti con età inferiore ai 60 anni con comorbilità non rientrante nelle categorie comprese nella fase 1, resto della popolazione).