Squillo di chiarine, rullo di tamburi e bandiere che sventolano a rendere omaggio a colui che è stato più di un mero presidente, ma la vera e propria anima del Mastrogiurato. È stato accolto così, nei funerali che si sono tenuti oggi pomeriggio, nella chiesa parrocchiale del quartiere Santa Rita, portato a spalla dai suoi amici di sempre, il feretro di Danilo Marfisi, scomparso nel giorno della festa del papà, dopo una breve malattia, a soli 69 anni.
Un rito composto, profondo, nel pieno ed assoluto rispetto delle norme anticovid, in cui è venuto fuori tutto l’affetto che la sua associazione e la città intera avevano e continueranno ad avere nei suoi confronti.
“Danilo è stato un uomo che sapeva guardare molto lontano, – ha detto il parroco, don Nicola Giampietro nella sua omelia – ha amato fortemente la sua città ed ha voluto valorizzarla al meglio. Ma qual è l’eredità che ci lascia? – si è chiesto don Nicola – Saremo in grado di continuare il cammino seguendo le sue orme? I passi di chi si è sempre speso in prima persona e ci ha messo la faccia, senza tirarsi mai indietro. Ecco, è questa la sua eredità”.
Tanti sono stati i messaggi arrivati da tutta Europa, da tutti quegli amici che Danilo si era creato negli anni, tessendo una preziosa rete di conoscenze ed affetti grazie è riuscito a portare alto il nome di Lanciano, al di fuori dei confini nazionali. E sono stati proprio i messaggi degli amici appassionati come lui di storia e cultura che ha letto un commosso Mario La Farciola, braccio destro di Danilo nell’associazione il Mastrogiurato e amico di lunga data. E così è arrivato il cordoglio di Antonella Didoné, presidente della Federazione Italiana Giochi Storici, Mario Da Costa, presidente della Confederazione Europea Feste e Manifestazioni Storiche e Bernd J. Gerversmann, presidente della Federazione Manifestazioni Storiche della Germania.
“Mancherai a tutti noi – ha detto infine La Farciola – da Lanciano agli Stati Uniti. Senza di te nulla sarà più come prima, ma cercheremo di portare avanti tutto quello che tu hai costruito. Abbiamo sempre portato alto il nome della città – ha sottolineato – e ora davvero non so cosa riusciremo a fare, ma di sicuro ci impegneremo per non deluderti. Ciao amico mio”.
Commosso ed emozionato anche il sindaco Mario Pupillo, presente in chiesa, insieme al presidente del consiglio [mar_dx] comunale Leo Marongiu ed al vicesindaco Giacinto Verna, in rappresentanza dell’amministrazione comunale. “Danilo è stato un uomo dalle virtù straordinarie e lo dico con cognizione di causa perché sì ci conosciamo da ragazzi, ma ho avuto modo di apprezzarlo ancora di più nel mio ruolo da sindaco. – ha detto Pupillo nel suo saluto a Marfisi – Ci ha messo tanto di suo, anzi tutto, nel vero senso della parola. Danilo per noi deve essere un esempio a cui forse non siamo stati in grado di dare abbastanza. Non ha mai alzato i toni, anche nei momenti più difficili. E il mio grazie va anche a Massimina, perché sei stata per lui una presenza importante, di conforto, nei momenti più bui, ma soprattutto in quelli di gioia e soddisfazione. Non possiamo disperdere la sua eredità. – ha concluso – Ci siamo visti qualche settimana fa parlando di progetti e futuro. Bene, il mio compito è quello di portarli a termine”.
Ed infine all’uscita dalla chiesa ancora uno squillo di chiarire, un rullo di tamburi per l’ultimo commosso saluto a Danilo.