C’è forte preoccupazione da parte della Fim-Cisl per la situazione della Sanmarco Industrial di Atessa a seguito dell’incontro con la direzione aziendale di lunedì 15 marzo scorso per definire il quadro dei primi mesi dell’anno 2021.
“Rispetto al piano industriale presentato nel 2017 che prevedeva la conservazione dei 163 posti di lavoro, anzi, era stata comunicata la possibilità di nuovi ingressi, dove i lavoratori hanno rinunciato a gran parte del contratto di secondo livello pur di vedere salvo il posto di lavoro, – si legge in una nota del sindacato – nella riunione sopracitata, dopo una relazione sull’andamento generale della Sanmarco nel 2020 e nonostante l’incremento di produttività dello stabilimento di Atessa, il momento resta critico”.
L’aumento della produttività aveva fatto ben sperare le parti sociali per un futuro della Sanmarco che potesse portare nuove lavorazioni o attrarne di nuove, una vera svolta per evitare licenziamenti collettivi. Ma ad oggi, oltre ad alcune lavorazioni per Anas e Poste italiane, non ci sono spiragli in tal senso.
“Con gli accordi siglati sono andati via 28 dipendenti, malgrado questo l’azienda ha ribadito il sussistere di 70/80 esuberi. – ribadisce la Fim-Cisl – Siamo consapevoli che se la Sanmarco rimane solo con le commesse Sevel, lo stabilimento [mar_dx] rischia di trovarsi con circa 60 addetti”.
È stata inoltre paventata da parte aziendale la possibilità di non anticipare più la cassa integrazione Covid dal mese di maggio, “cosa assolutamente inaccettabile che va completamente nella direzione opposta al rispetto delle persone e delle loro famiglie”, sostiene il sindacato.
“Al momento, oltre la cassa Covid rimangono circa 9 mesi di CIGS, ma la nostra apprensione perdura anche sulle decisioni che lo stabilimento Sanmarco potrebbe assumere sull’anticipo della procedura per licenziamenti collettivi, – conclude la nota della Fim-Cisl – con specifici criteri previsti per legge e contratto. Per tali ragioni, chiediamo all’azienda di tornare sui suoi passi e di mettere in campo tutte le misure a tutela della forza lavoro in essere”.