Ha superato le fasi critiche della malattia, dopo aver contratto il virus ed essere stato ricoverato in ospedale. Ma, dopo diverse settimane Rianimazione, per un 51enne di Vasto – di cui per privacy manteniamo riservate le generalità – serve un passo in più che possa portarlo verso una completa guarigione. Le sue patologie hanno imposto il ricovero al San Pio poco dopo essersi contagiato, prima in Malattie Infettive e poi in Rianimazione.
“Mio marito, che ha una condizione di obesità ed è cardiopatico, è stato ricoverato in Rianimazione a fine gennaio – racconta la moglie del 51enne -. Ha avuto due arresti cardiaci, un blocco renale, se oggi è ancora vivo lo dobbiamo alla bravura dei medici e degli infermieri della Rianimazione”. Da una settimana ci sarebbero le condizioni per le dimissioni del paziente dalla Rianimazione per il trasferimento in una struttura dove poter iniziare un percorso di riabilitazione. “Purtroppo è ancora positivo al Coronavirus – spiega sua moglie – e, seppur il suo quadro clinico sia migliorato, ha necessità di ventilazione esterna”. L’uomo è anche tracheostomizzato, situazione che rende più difficile il suo trasferimento. Ci sarebbe bisogno di un ricovero in una struttura protetta ma, ad oggi, sia in Abruzzo che nelle Regioni limitrofe non è stato possibile trovare un posto per poter accogliere un paziente nelle sue condizioni.
“Nei primi giorni abbiamo temuto che mio marito non ce l’avrebbe fatta ma la sua forza vitale e la bravura dei medici lo hanno salvato. La dottoressa Acquarola, responsabile della Rianimazione, e tutti i suoi colleghi, con il prezioso supporto dei medici in formazione, lo hanno seguito con dedizione e amore, ci hanno dato sollievo anche con qualche videochiamata con cui ho potuto vedere mio marito”. Ora, però, emerge una nuova preoccupazione. “C’è il timore che restare ancora a lungo in Rianimazione possa rallentare una sua completa ripresa. E ci dispiace anche che debba occupare un letto prezioso in quel reparto, che potrebbe essere lasciato libero per le urgenze. Ci auguriamo che si riesca a trovare un posto in una struttura pronta ad accoglierlo così da iniziare un nuovo percorso che lo riporti presto a casa”.