13.30 – “L’accertamento della verità e la tutela della sicurezza dei lavoratori interessano in modo particolare i rappresentanti aziendali della Esplodenti Sabino S.p.A., peraltro diretti prestatori anch’essi di lavoro in quegli stessi luoghi, unitamente ad altre circa ottanta unità lavorative”, l’avvocato Arnaldo Tascione, legale dell’azienda, commenta così le vicende della giornata, dopo aver ascoltato anche le dichiarazioni del procuratore Giampiero Di Florio.
“A distanza di circa 3 mesi dall’accaduto, però, insieme al collega Barbetti, abbiamo posto la ormai stringente questione del vaglio attinente il contemperamento degli interessi in gioco, tenuto conto del pacifico principio – di giurisprudenza di legittimità – secondo cui la durata del sequestro probatorio, tanto più quando incidente sull’ambito gestionale-amministrativo, deve essere limitata al tempo ragionevolmente e strettamente necessario per l’espletamento dell’accertamento in vista del quale è stato disposto, trattandosi di misura coercitiva (reale) che incide sia sul diritto di proprietà che sulla libertà di iniziativa economica, parimenti degni di tutela di rango Costituzionale. Siamo, a questo punto, in attesa delle decisioni del GIP“, conclude Tascione.
11.20 – Il procuratore Giampiero Di Florio ha incontrato i lavoratori. Queste le sue parole:
Ore 10.30 – Il procuratore Giampiero Di Florio ha ricevuto i lavoratori, poi rilascerà le proprie dichiarazioni alla stampa.
SIT-IN DAVANTI AL TRIBUNALE – È in corso a Vasto, in via Bachelet, davanti al tribunale, il sit-in dei lavoratori della Esplodenti Sabino, l’azienda di Casalbordino nella quale il 21 dicembre 2020 hanno perso la vita a causa di un incidente sul lavoro Nicola Colameo, Paolo Pepe e Carlo Spinelli.
Da quel giorno la fabbrica – specializzata in demilitarizzazione di munizioni ed esplosivi – è sotto sequesto. La settimana scorsa è arrivato il via libera dall’Inps alla cassa integrazione fino a metà aprile, ma i timori sono per una chiusura definitiva della fabbrica che oggi occupa circa 80 lavoratori.
I dipendenti hanno più volte precisato di non chiedere un’accelerazione delle indagini, ma di permettere all’azienda di lavorare lasciando sotto sequestro solo l’area interessata dall’incidente. Negli incontri avuti con sindacati e rsu il titolare Gianluca Salvatore non ha escluso l’ipotesi chiusura.
Stamattina la speranza dei partecipanti al sit-in è di essere ricevuti dal procuratore Giampiero Di Florio che coordina le indagini.