Di cosa parliamo – Nella Giornata internazionale della donna, Zonalocale ha rivolto quattro domande a cinque donne impegnate in politica: Dina Carinci, Anna Rita Carugno, Lina Marchesani, Alessandra Notaro, Angela Pennetta e Carla Zinni.
Ecco le risposte di Alessandra Notaro, candidata a sindaco di Vasto de La Buona Stagione.
La politica locale è un mondo maschilista?
“Quando si cerca di fronte a candidature femminili, il pensiero di ‘chi c’è dietro’, quando si usa il termine ventriloquo per sottolineare che le donne parlano mentre c’è sempre un uomo che pensa, mi verrebbe da dire che la politica vastese è un mondo prevalentemente e culturalmente al maschile. In realtà non è impenetrabile. Un po’ le regole imposte per la parità di genere un po’ la tenacia delle donne appassionate di politica fanno sì che il ruolo di genere non sia sempre relegato a un ruolo gregario”.
Sono utili le quote rosa in politica?
“Le quote rosa sono state superate dalla preferenza di genere e sarebbe auspicabile che fossero superate da una cultura fatta di consapevolezza di una diversità arricchente, di rispetto, di competenza, di passione e di confronto paritario”.
Nel suo ambiente lavorativo quanto è effettiva la parità?
“Nel mio campo, ma anche in tanti altri, osservo che le donne sono la maggioranza dei magistrati, professionali e non, ma ad oggi si fatica a vederle impiegate in ruoli apicali. È questo il vero salto culturale non le quote, qualcosa imposto dalla legge, ma percorsi di lavoro secondo accessi di pari opportunità anche in ruoli più alti. Solo le pari opportunità intese in senso lato e non solo di genere, possono determinare il superamento delle quote. E ammetto che essere quota rosa per me è sminuente”.
Cosa si impegnerà a fare, se sarà amministratrice comunale, per le pari oppoprtunità?
“Prima ancora di esserlo, è evidente l’impegno a coinvolgere nel progetto de La Buona Stagione, donne che portano il loro mondo di attenzione e cura alla famiglia, le diverse competenze di studio e di lavoro.
Le pari opportunità, in genere sono una delle deleghe comprese nelle politiche sociali, ed è limitante vederle rivolte esclusivamente alla parità di genere.
Questa però merita una attenzione particolare con politiche a sostegno della famiglia, con l’interazione col mondo dell’impresa per la parità di accesso e il diritto alle tutele per la maternità, il rapporto continuo con il settore regionale di riferimento per opportunità progettuali specifiche per la imprenditoria al femminile, sportello, attività interistituzionale, iniziative culturali di contrasto alla violenza di genere coinvolgendo anche le scuole ove sostenere processi di formazione per coltivare la gentilezza e l’affettività. La valorizzazione di figure di donna nei percorsi d’arte e di cultura. Stretta collaborazione con la Asl per la promozione di percorsi di informazione per la prevenzione di patologie di genere quali cancro mammario e cancro della cervice uterina.
Non solo per le donne, ma con un punto di approccio incisivo anche per le donne, una più stretta collaborazione con scelte specifiche e informazione per il contrasto alla dipendenza da alcol, fumo e gioco patologico, problematiche che purtroppo incidono sulla popolazione femminile.
Interazione con le associazioni di volontariato per iniziative di informazione e comunicazione specifiche”.