AGGIORNAMENTO 18.10 – L’associazione Oasi afferma che, pur condividendo le ragioni della Escal, non si è costituita nel giudizio davanti al Consiglio di Stato, contrariamente a quanto riferito stamattina dalle due associazioni.
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Conferenza stampa stamattina di WWF e Legambiente a Pescara sugli aggiornamenti nella vicenda del cementificio a freddo proposto dalla società pugliese Es.cal. a Punta Penna. La ditta, dopo l’accoglimento da parte del Tar del ricorso presentato dalle due associazioni, si è rivolta al Consiglio di Stato chiedendo anche una sospensiva del provvedimento del tribunale amministrativo regionale. Nel nuovo procedimento le due associazioni ambientaliste si sono costituite in giudizio con l’avvocato Paolo Febbo.
“Il presidente di Sezione del Consiglio di Stato ha esordito – dice Febbo ieri presente all’udienza – invitando la parte appellante Escal a richiedere l’abbinamento della sospensiva al giudizio di merito, così nei fatti riconoscendo la mancanza dei requisiti per l’accoglimento della istanza di sospensiva avanzata dalla società. Erano state proprio le due associazioni ambientaliste a evidenziare nella loro memoria difensiva l’assenza del pregiudizio ‘grave ed irreparabile’ prospettato dalla Es.cal.: l’appello è stato infatti proposto dalla stessa società circa 7 mesi dopo la sentenza di accoglimento del ricorso”.
Nella loro costituzione le due associazioni, oltre a contestare le motivazioni addotte dalla Escal, avevano rimarcato il grande valore naturalistico e ambientale del sito vastese, riconosciuto anche a livello comunitario, e questa mattina hanno espresso piena soddisfazione per la decisione assunta dal Consiglio di Stato auspicando che ora tutti, a partire dalla politica (ma anche imprese, operatori turistici e cittadini), prendano atto della necessità di salvaguardare e tutelare l’ambiente e sottrarre la Costa dei trabocchi e la Via verde all’incubo rappresentato dalla ipotizzata realizzazione di un’opera simbolo della cementificazione. Nel 2018, a Punta Penna si tenne anche una marcia di protesta contro l’insediamento [LEGGI].
[ant_dx]”È in gioco il futuro non solo della riserva di Punta Aderci e della città di Vasto ma dell’intera Costa dei Trabocchi e della Via verde – affermano i due sodalizi – Nel momento che stiamo attraversando, sia legato a questa tragica pandemia che alla sfida della transizione ecologica, non c’è più spazio per simili opere. La storia ci impone di cambiare passo e di riscrivere la strategia di sostenibilità sociale, economica e ambientale dell’area turistica più importante della nostra costa, mettendo in campo veri modelli di economia circolare a zero consumo di suolo. Non c’è più spazio né per cementifici né per una ulteriore cementificazione del territorio. Impresa e politica facciano finalmente il salto di qualità che la situazione attuale richiede. Siamo divfronte a una sfida epocale che mette finalmente al centro innovazione, sostenibilità e qualità della vita. È tempo che lo capiscano anche gli imprenditori del territorio e la smettano di nascondersi sotto sigle verdi per poi schierarsi in soccorso di opere rovinose per la collettività, avanzando anche improponibili richieste millantando un interesse per l’ambiente proclamato a parole ma palesemente smentito dai fatti, a cominciare proprio dalla presenza nel giudizio davanti al Consiglio di Stato”.