Tornano a far sentire la loro voce i lavoratori del mondo dello spettacolo che, dallo scorso anno si sono riuniti nell’associazione ARS Abruzzo, nel più ampio quadro di riferimento della FedAS, ovvero Federazione Aziende Spettacolo Italia, Associazione datoriale a carattere nazionale, costituita per la tutela degli interessi sociali ed economici dei datori di lavoro del comparto spettacolo che opera su tutto il territorio nazionale. “L’Associazione ha come scopi la tutela, sviluppo e valorizzazione degli imprenditori che operano nel mondo degli allestimenti dello spettacolo siano essi televisivi, fieristici, teatrali, musica”, si legge in una nota stampa di Ars. In dodici mesi si sono registrate “perdite ingentissime per tutte le aziende che forniscono servizi tecnici, audio, video e luci al mondo del Teatro, dello Spettacolo dal vivo, della convegnistica e degli eventi live”.
“Nel corso del 2020 sono state svolte diverse attività di formazione e attivate diverse iniziative, da parte di Ars Abruzzo a favore e con la partecipazione degli associati. Uniti nel motto Noi ci siamo, aziende piccole, medie e grandi del settore, hanno intrapreso una vera e propria azione di resistenza collettiva partecipando ai principali eventi di sensibilizzazione nazionale, fra cui l’evento Bauli in piazza a Milano [LEGGI], ma soprattutto attivando iniziative concrete di sostegno e formazione alle imprese iscritte per poter superare insieme la crisi ed essere pronti alla fase di ripresa con maggiori competenze e professionalità”.
[ads_dx]Ad un anno dall’inizio della pandemia, i rappresentati di Ars Abruzzo hanno raccolto in un video i loro pensieri. “Quest’anno, come per tutti, è stato duro. Abbiamo tutto il materiale in magazzino e non riusciamo quasi ad arrivare a fine mese“. Lo stop del lavoro “ci ha permesso di riflettere sul nostro settore. Abbiamo avuto una vita lavorativa sempre frenetica, questo anno di stop forzato ci ha dato modo di riflettere a lungo sulla nostra attività”. Ora, “insieme con gli altri associati, riusciamo a scambiarci idee e ne scaturiscono molti frutti“. La preoccupazione è legata al fatto che “il mondo dello spettacolo non è ancora riconosciuto e non ancora si individuano le nostre mansioni specifiche”.
Da qui l’idea di “poter tornare quanto prima ad operare, con l’allestimento di eventi live all’aperto, in teatri. Speriamo di poter tornare il prima possibile”. C’è una richiesta di “tutela per ciò che riguarda il nostro lavoro”. L’unione tra professionisti permette di fare squadra. “Passeranno altri mesi prima di una ripartenza ma ripartiamo con i protocolli giusti, con le tempistiche giuste. Ai tavoli dei Ministeri porteremo l’esigenza di studiare insieme, essere partecipi, fare delle proposte per una ripartenza certa“.