Sarà disponibile dal 18 febbraio in tutte le librerie e sugli store online, il nuovo romanzo di Stefano Redaelli, Beati gli inquieti, edito dalla Neo Edizioni. Per scrivere questo libro, l’autore ha frequentato per circa due mesi una struttura psichiatrica di Lanciano, con il proposito di riuscire a raccontare da vicino e senza filtri la vita degli “ospiti” che ha conosciuto, la follia nella sua immediatezza e poesia.
Con “Beati gli inquieti” arriva una nuova candidatura per l’Abruzzo al Premio Strega, dopo quella dell’anno scorso di Remo Rapino e del suo Bonfiglio Liborio, poi vincitore del Campiello. Il romanzo di Redaelli è infatti Candidato alla 75° edizione del Premio Strega e alla 59° edizione del Premio Campiello. È affidato proprio a Remo Rapino uno dei commenti su Beati gli inquieti: “Leggendo questo libro mi è sembrato di fare un viaggio dall’inquieto alla serenità, grazie alla scoperta di mondi, di anime”.
“Molte sono le maschere della follia – si legge nella nota che motiva la selezione del romanzo per il premio letterario italiano – Se vogliamo raccontarla, dobbiamo indossarne una (o più di una) anche noi […]. Stefano Redaelli sa che il battito d’ali di una farfalla a Tokyo può provocare un uragano a San Francisco; ma l’apocalisse indotta da questo inquietante ‘effetto domino’ ha il sapore originario di una rivelazione, struggente e salvifica insieme, che riguarda tutti noi”.
Casa delle farfalle è il nome della struttura psichiatrica a cui Antonio, ricercatore universitario, si rivolge. Per raccontare la follia devi osservarla da vicino, conoscerla, abitarla. Prende accordi con la direttrice, si finge un paziente. Scopre le storie delle persone che vi abitano, le loro ossessioni, le paure, i loro desideri. I matti dicono sempre la verità, sono uomini liberi.
Conoscerà Marta, Cecilia, Angelo, Carlo e Simone; ma sarà costretto a conoscere anche se stesso, più a fondo di quanto abbia mai fatto prima.
Redaelli sceglie con cura le parole, la sua scrittura sa di immediatezza e poesia. Indaga senza filtri la natura umana portando alla luce i suoi lati più insoliti eppure più delicati, e rivela ? anche se solo per un attimo ? la verità tutta intera.
Stefano Redaelli è professore di Letteratura Italiana presso la Facoltà di “Artes Liberales” dell’Università di Varsavia. Addottorato in Fisica e Letteratura, si interessa dei rapporti tra scienza, follia, spiritualità e letteratura. È autore delle monografie Nel varco tra le due culture. Letteratura e scienza in Italia (Bulzoni, 2016), Le due culture. Due approcci oltre la dicotomia (con Klaus Colanero, Aracne, 2016), Circoscrivere la follia: Mario Tobino, Alda Merini, Carmelo Samonà (Sublupa, 2013) e di numerosi articoli scientifici. Ha pubblicato la raccolta di racconti Spirabole (Città Nuova, 2008) e il romanzo Chilometrotrenta (San Paolo, 2011).
Beati gli inquieti è stato secondo classificato al “Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza 2019”.