“Vasto, dopo la farmacia comunale e la Pulchra, non può subire l’ennesima svendita del suo patrimonio”. Il centrodestra attacca l’amministrazione Menna dopo la pubblicazione dei risultati della perizia sul Parco Aqualand: chi si aggiudicherà la gestione dovrà pagare 110mila euro di canone annuo al Comune e un milione 395 mila all’attuale società di gestione, la Aqualand del Vasto srl, per acquisire i beni non ammortizzabili.
“Una perizia costata oltre ventimila euro, redatta basandosi solo sui libri contabili del concessionario, senza che il perito mettesse mai piede nel parco, valutasse l’effettivo valore delle opere, verificasse eventuali inadempimenti del concessionario e senza accertarsi dell’approvazione e/o dell’autorizzazione alla loro realizzazione da parte del comune di Vasto”, commentano i consiglieri comunali Francesco Prospero e Vincenzo Suriani di Fratelli d’Italia, Alessandro d’Elisa (gruppo misto), Edmondo Laudazi (Il Nuovo Faro), Guido Giangiacomo (Forza Italia), Alessandra Cappa e Davide D’Alessandro della Lega.
La convenzione con l’attuale gerente scadrà il 14 giugno. Scadenza alla quale l’amministrazione di centrosinistra “arriva impreparata”, sostiene l’opposizione, secondo cui il professionista che ha redatto il documento, Alberto Dello Strologo, docente delle università La Sapienza ed Europea di Roma, “dovrà chiarire molti aspetti” perché, a detta del centrodestra, la perizia sarebbe “basata su un’interpretazione sfavorevole e non condivisibile della convenzione”.
Poi una raffica di domande: “Perché non ha verificato l’autorizzazione e/o approvazione delle opere da parte del comune come richiesto dall’art.7? Perché per la loro stima si è basato solo sulle scritture contabili del concessionario senza effettuare alcun sopralluogo e periziare il loro valore reale? Perché nell’indennizzo ha considerato anche la manutenzione dei manufatti di proprietà del Comune? Perché non ha verificato e valutato gli eventuali inadempienti del concessionario? Perché, tra gli eventuali inadempimenti, non ha valutato la mancata apertura del Parco nell’estate 2020 per decisone unilaterale del
concessionario? Perché, ai fini del calcolo dell’indennizzo, non ha valutato gli eventuali danni causati dalla mancata apertura? Perché non ha considerato, ai fini del calcolo dell’indennizzo, la mancata realizzazione del campo sportivo in località incoronata da parte del concessionario? Perché il perito si lamenta della scarsa documentazione fornita dal Comune di Vasto? Quale documentazione manca secondo il perito per adempiere in maniera completa al suo incarico? Perché Menna e Toma non hanno fornito questa documentazione?”.