Con 11 voti favorevoli e 3 contrari è passato ieri in consiglio comunale l’approvazione del piano regolatore cimiteriale di San Salvo. Lo strumento urbanistico non era atteso solo per una futura espansione di quella zona, ma anche perché è un documento necessario per programmare e realizzare il tempio crematorio, così come sottolineato dalla Asl, che sta sollevando non poche polemiche.
La legislazione in materia prevede che un impianto simile si possa fare solo all’interno del perimetro cimiteriale e a San Salvo significa realizzarlo sulla circonvallazione a poca distanza dal centro abitato e dal nuovo polo scolastico. La zona inoltre è in forte espansione urbanistica e in futuro nuove abitazioni e attività potrebbero ritrovarsi a pochi metri dal tempio. Diversi i consiglieri assenti dalla seduta in video conferenza. I gruppi di opposizione di centrosinistra – Pd, Italia Viva e Più San Salvo – hanno sollevato forti contestazioni.
[ant_dx]OPPOSIZIONI SUL PIEDE DI GUERRA – Durante l’appuntamento on line non sono mancati toni alti. “La nostra posizione – dicono Gennaro Luciano, Antonio Boschetti e Fabio Travaglini rispettivamente di Pd e Più San Salvo – è e sarà sempre la stessa: sì alla cremazione, no al luogo individuato per il tempio. Tralasciando la saccente arroganza del sindaco Magnacca passata anche questa volta alle offese contro i consiglieri comunali di centrosinistra, noi porteremo avanti la nostra battaglia politica verso una visione della città molto lontana da quella del centrodestra”.
“La sindaca Magnacca – conclude Boschetti – ha chiesto a nome della maggioranza di fare squadra quando è ella stessa a imporre la costruzione di un forno crematorio in pieno centro abitato senza la benché minima volontà di dialogo e confronto con le opposizioni nonostante la nostra contrarietà in merito l’abbiamo sempre ribadit”.
SODDISFAZIONE DEL SINDACO – Di animo opposto il sindaco Tiziana Magnacca che non nasconde la soddisfazione per l’approvazione del punto all’ordine del giorno: “È un impianto non è impattante, non lo dico io, ma le analisi condotte su questi tempi. L’impatto in atmosfera è minore a quello di un’auto. Sarà la Asl a dare il via libera definitivo. Anche esteticamente l’impatto sarà pari a zero e ci permetterà di risparmiare suolo. È un passo in avanti per la città che facciamo anche in virtù del nostro programma elettorale votato dai cittadini”.
Nel piano approvato sono previsti anche la sala del commiato e spazi “speciali” per le sepolture non di fede cattolica (quest’ultima sezione è stata aggiunta con una mozione approvata all’unanimità).
CONTESTAZIONE ANCHE FUORI DAL CONSIGLIO – Il futuro tempio crematorio – sul quale era circolata la possibilità di realizzarlo insieme a Vasto su terreni dalla maggiore distanza dal centro abitato – ha sollevato pareri contrari anche all’esterno dell’assise civica.
Il neonato Comitato Civico Ambientalista si dice fortemente preoccupato per l’impianto “a pochissima distanza da una scuola frequentata da bambini della primaria e dell’infanzia e da un supermercato, distante circa 700 metri dal centro storico”.
“Temiamo – scrive in una nota – prima di tutto l’impatto sulla qualità dell’aria poiché ci risulta che durante la cremazione ci sia produzione di inquinanti atmosferici. Temiamo inoltre eventuali emissioni di mercurio, di zinco, di diossine-furani e di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) (fonti SNPA, Sistema nazionale protezione ambiente). Oltre alla vocazione industriale San Salvo è un centro a fortissima vocazione turistica: cosa accadrebbe in caso di guasti, che non sono così rari, con eventuali fumate nere in piena stagione estiva? Oltre alla salute pubblica a rischio rovineremmo anche l’immagine della cittadina che da anni vanta la Bandiera Blu d’Europa. A Padova, nel 2012, si bloccò uno dei forni provocando fumata nera con odore acre, a Bari la stampa definì scena dell’orrore l’incidente del 6 gennaio 2013, a Mantova ci fu un incidente il 31 ottobre 2020, a Domicella solo due mesi fa un guasto con relativa nube di fumo nero ha allarmato la popolazione”.
“Inoltre immaginiamo anche l’aumento del traffico veicolare in zona quando il forno entrerà a regime (la cerimonia del commiato prevede, giustamente, la presenza dei parenti), avremo altri 1000 funerali extra ogni anno che, sommati all’aumento del traffico veicolare prodotto dal futuro insediamento Amazon, e a quello turistico, ci esporranno a ulteriori emissioni. Non essendo contrari alla cremazione e poiché siamo consapevoli che il tempio crematorio diventerebbe riferimento per tutta la regione, pensiamo che sarebbe il caso di prevedere il forno in altra sede, assieme ai comuni circostanti”.
Netto parere contrario anche dall’ex sindaco Gabriele Marchese: “Che senso ha deliberare la realizzazione di un forno crematorio nella nostra città visto che a San Salvo vengono effettuate attualmente circa dieci cremazioni annue? A conti fatti su 949 cremazioni l’ente avrebbe un’entrata di 23.000 euro derivante dal 5% sul fatturato e di 20.000 dagli introiti delle salme provenienti da fuori, per un totale di 43.000 euro. Questi numeri dimostrano che San Salvo non ha bisogno di questa struttura anche per l’esiguità delle entrate che da essa derivano”.