Lavori in corso a pochi metri dalla battigia, a Fossacesia sale l’indignazione. A raccontare quanto sta accadendo è il Coordinamento Tu Vi.V.A. che ha già inoltrato alle autorità competenti la segnalazione: “Una gettata di cemento in spiaggia a pochissimi metri dalla battigia per la realizzazione di una struttura turistica. Sta accadendo a Fossacesia e, dopo il caso dei bagni vista mare sulla Via Verde, nella stessa località del Chietino, le foto che girano sui social stanno scatenando lo stesso moto di indignazione. Nelle foto, come detto, si vedono gettate di cemento a pochissimi metri dal mare, addirittura fin quasi sulla zona bagnata dal moto ondoso (si notino i ciottoli bagnati fin sotto alle casseformi in opera)”.
Il coordinamento che raggruppa una 70ina tra associazioni, comitati, imprese e cittadini ha chiesto agli organi di controllo come sia stato possibile autorizzare i lavori “quando il Piano del Demanio marittimo prevede: una fascia di almeno 5 metri di rispetto dal bagnasciuga per permettere il libero transito lungo la spiaggia; il rispetto di determinate misure (1,5 in altezza) dal punto dell’onda di massima tempesta; l’uso per le nuove strutture di materiali ecocompatibili; tutela del territorio costiero dall’erosione marina. La fascia costiera inoltre è sottoposta ope legis a vincolo paesaggistico“.
Da quanto si apprende, i lavori ottennero le diverse autorizzazioni diversi anni fa quando la spiaggia era più larga. Lo spazio da allora si è ridotto notevolmente a causa dell’erosione e delle mareggiate e le distanze sono nettamente diminuite fino alla situazione attuale. Il Comune sta verificando l’iter burocratico e nelle prossime ore interverrà sulla vicenda.
La riflessione, intanto, è sui noti problemi legati all’innalzamento del livello medio marino (erosione e mareggiate) che inevitabilmente si riflettono sulle strutture realizzate sulla costa per i quali si attivano poi indennizzi pubblici: “La situazione venutasi a creare ci legittima a pensare che non tutte le [ant_dx]precauzioni, osservazioni e cautele prescritte dalle norme siano state attentamente valutate anche a tutela dell’interessato alla concessione oltre che della collettività. Evidentemente, non sono bastati i disastri che vediamo tutti i giorni a causa di un uso assolutamente insostenibile dell’ambiente per indurre a realizzare un cambio di indirizzo nell’utilizzo dei beni pubblici. Senza considerare, poi, la spada di Damocle sospesa sopra ogni litorale a causa dell’innalzamento del livello medio marino per il riscaldamento globale”.
“Le amministrazioni che concedono le autorizzazioni a tali usi del demanio sono doppiamente colpevoli, in quanto da una parte concorrono a devastare i territori con una visione miope e arretrata dello sviluppo turistico costiero, dall’altra contribuiscono allo sperpero inaccettabile di soldi pubblici per difenderle dall’erosione e dalle mareggiate, che gli stessi operatori balneari poi richiedono”.