Primarie sì, primarie no, candidato unitario, partiti o liste civiche. Questi sono solo alcuni dei dubbi con cui la maggioranza Pupillo si trova a fare i conti a pochi mesi dalle elezioni e che, in un clima politico sempre più rovente, tengono banco nelle riunioni, roventi proprio come l’aria che tira, dopo la notizia della candidatura a sindaco dell’assessore alle Politiche Sociali, Dora Bendotti. Una candidatura che, a quanto sembrerebbe, non è andata giù al resto della maggioranza, divisa più che mai sul nome del dopo Pupillo.
Il Pd, con la sua frangia più giovane, continua a sostenere Leo Marongiu e ad allontanare l’ipotesi delle primarie verso cui, invece, sembrerebbe ben disposta Dora Bendotti, per evitare divisioni ed arrivare compatti all’appuntamento elettorale, proprio come 5 anni fa.
La stessa avversione per le primarie arriva da Progetto Lanciano che però continua a portare avanti il nome di Giacinto Verna come unico candidato sindaco possibile. Del centrosinistra? Non per forza. Gli uomini del movimento civico fondato da Pino Valente starebbero infatti lavorando per la nascita di un polo civico, che vada al di là dei concetti di destra e sinistra e continuano a strizzare l’occhio a Tonia Paolucci e Libertà in azione che però, a sua volta, non sarebbe in alcun modo disposta a cedere sul nome di Verna.
E se la maggioranza è alle prese con un intricatissimo dedalo da cui al momento sembra molto difficile uscire, il labirinto in cui viaggia il centrodestra stenta allo stesso modo a trovare la via d’uscita. Mentre la Paolucci si è tirata fuori dai tavoli [mar_dx] dei partiti, sempre più ferma e convinta del suo percorso civico, nessuno, tra gli attori politici, sembra voler fare un passo indietro nel nome di quell’unità che è mancata alle Comunali del 2016 e che, 5 anni dopo, continua a mancare. La Lega porta avanti il nome dell’avvocato Danilo Ranieri, Forza Italia quello di Graziella Di Campli, l’ex sindaco Filippo Paolini sarebbe pronto a scendere nuovamente in campo e Donato Di Campli a buttarsi nell’agone politico per la prima volta.
Insomma, un bel pasticcio all’italiana da cui, se tutti vogliono esserci, ma nessuno ha voglia di fare un passo indietro, sarà difficile venirne fuori.