Durante il viaggio stiamo ascoltando: Hallelujah (Leonard Cohen, 1984) / versione di Jeff Buckley, 1994
Quella era sempre una mattina speciale. Forse la più speciale delle mattine dell’anno. Ci svegliavamo prima del solito e restavamo nel letto per un po’ ascoltando i primi rumori di nostra madre in cucina e di nostro padre che si radeva la barba.
Il profumo del caffè che entrava nella cameretta era il segnale che potevamo alzarci. Infatti, qualche secondo dopo, nostra madre entrava e diceva: “Bimbi, alzatevi, il latte è pronto”.
Ma quelle mattine, le prime parole non erano Buongiorno, ma “Buon Natale” prima di entrare in sala, ammirare l’albero addobbato e provare stupore per i regali che ci aspettavano lì sotto.
Ricordo la brillantezza negli occhi di mio fratello quando apriva i suoi regali. Quel muoversi della bocca che si faceva a forma di stupore e quel passarsi le mani tra i capelli. “Che bello! Sono i Lego!”, diceva.
Ma le sorprese accadono durante tutta vita, specialmente a coloro che si predispongono con curiosità a questa sacra e irripetibile eventualità.
Ma come tutte le vere sorprese, queste non ci vengono a citofonare, non ci chiamano al telefono nè ci inviano lettere o messaggi whatsapp, non ci vengono servite sul vassoio: dobbiamo andarcele a cercare, magari vivendo nel modo che crediamo sia più giusto e affine alla nostra persona e… le belle sorprese arrivano sempre.
Ecco, la stessa emozione e lo stesso stupore di una mattina di Natale della mia infanzia li ho provati nel momento in cui la gentile custode di questo luogo ha acceso le luci e ha reso visibile una “stanza del paradiso”.
L’Oratorio di San Pellegrino a Bominaco, frazione di Caporciano, L’Aquila, in Abruzzo. Ogni parola è superflua di fronte a una bellezza così disarmante. Lascio che, attraverso questa foto, sia il direttamente Paradiso a parlare.
L’Oratorio di San Pellegrino, chiamato anche la Cappella Sistina d’Abruzzo, è assolutamente da non perdere durante una visita in questa regione.
La chiesa, un tempo, faceva parte di un complesso più ampio che comprendeva anche l’Abbazia benedettina (dedicata a San Pellegrino) e la Chiesa di Santa Maria.
Nel XVI secolo, come segno di protesta per la perdita della propria autonomia, i monaci che lo abitavano decisero di abbandonare il monastero.
Il nucleo originario della chiesa, originario dell’VIII secolo, fu costruito sul luogo in cui riposano le spoglie del santo siriano Pellegrino giunte a Bominaco tra III e il IV secolo.
Ciò che resta attualmente dell’Oratorio di San Pellegrino è un piccolo gioiello. La sua forma è rettangolare con una volta ogivale formata da ben quattro archi.
Affreschi che raccontano episodi tratti dal Vangelo adornano le sue pareti. Inoltre, è possibile ammirare anche uno tra i più antichi calendari monastici che evidenzia i mesi dell’anno, le fasi lunari e i segni zodiacali.
Tachicardia, capogiri, vertigini, confusione e allucinazioni. Se la sindrome di Stendhal è vera, allora l’ho provata uscendo dalla piccola chiesetta, forse perché ubriaco da tanta bellezza così stretta in un luogo piccolo, ma che ci riempie il cuore e l’anima di pura “fierezza e bellezza abruzzese”.
Torniamo all’auto e restiamo in silenzio. Decidiamo di non accendere la radio e di lasciare che sia la bellezza del luogo appena visto e riempire ogni spazio vuoto attorno a noi.
Ripartiamo e il viaggio in Abruzzo continua. Quale sarà la penultima tappa del diario di viaggio “La Bellezza ai tempi del Covid”?
Roberto De Ficis – Travel & Food Blogger
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*il viaggio e le fotografie sono state realizzate tra il mesi di maggio e ottobre 2020 nel pieno rispetto delle regole anti covid e seguendo accuratamente le disposizioni dei vari DPCM in vigore.
Durante il viaggio stavamo ascoltando: Hallelujah (Leonard Cohen, 1984) / versione di Jeff Buckley, 1994