In occasione della Giornata della Memoria, i ragazzi dell’Istituto Omnicomprensivo “G.Spataro” di Gissi hanno ricordato la tragedia della Shoah. Il 27 gennaio, nei vari plessi dell’istituto, si sono svolte diverse attività legate alla giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’olocausto. Iniziative per non dimenticare.
Nella Scuola Secondaria di Primo Grado di Gissi, Furci e San Buono le parole ascoltate dalla testimonianza di Liliana Segre hanno “colpito profondamente i ragazzi, esortandoli a trovare la forza in se stessi, senza delegare, senza scuse, perché ognuno di noi è un mondo e non si deve far sopraffare dal maligno e dalle atroci sofferenze”. La Segre afferma che “la sua mente è stata libera, come una farfalla che vola sopra un reticolato”. Significativi la lettura e il commento di alcuni passi del Diario di Anna Frank e della sua poesia Aprile e alcuni estratti del libro Se questo è un uomo di Primo Levi. “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”, messaggi di speranza e di fiducia nella vita.
Per gli alunni dell’ITE Spataro di Casalbordino: Il passato come bussola per il presente. “Il passato non va dimenticato, la memoria va custodita, va tenuta in vita. I ragazzi sono stati attenti e partecipi all’ascolto delle forti parole di chi ha vissuto in prima persona tali atrocità, come la senatrice a vita Liliana Segre e, nel loro piccolo, si sono impegnati nella realizzazione di cartelloni, scenografie e video da postare sui social, per rendere un degno omaggio alle vittime dell’Olocausto. Il ricordo deve rappresentare la massima espressione di civiltà, il non dimenticare si deve coniugare con l’impedire che queste tragedie accadano ancora. È dai comportamenti quotidiani che dobbiamo comprendere il valore della vita umana e delle persone in quanto tali, senza alcuna discriminazione. Ce lo insegna la storia”.
Un momento emozionante per gli alunni dell’ITE Spataro di Gissi, è stato quello del posizionamento in un’aiuola verde, nella zona antistante l’istituto, di una pietra d’inciampo, circondata da piantine di fiori colorati, in memoria di tutti gli adolescenti vittime della Shoah, consegnandola alla memoria della scuola e di tutti. La dirigente scolastica, Aida Marrone, rivolgendosi ai ragazzi, ha ricordato “i tanti adolescenti che non hanno avuto la fortuna di avere un percorso di vita facile” ed ha esortato a “riflettere sulle proprie azioni”. La professoressa Marcovecchio si è soffermata sul significato delle pietre di inciampo, ideate dall’artista tedesco Günter Demnig, che “rappresentano metaforicamente un invito alla riflessione e al ricordo. Su ogni pietra sono incisi i dati essenziali: il nome della persona, la data e il luogo di nascita, e, quando è possibile conoscerla, la data di morte. Le pietre di inciampo sono tutte uguali e tutte diverse, perché richiamano altrettanti vissuti, restituiscono identità alle persone deportate nel corso della Seconda Guerra Mondiale e destinate allo sterminio”.
Nel corso della mattinata, i ragazzi che seguono la didattica in presenza, si sono ritrovati in aula magna per collegarsi on line con i compagni in Ddi. Hanno condiviso l’attività, percorrendo insieme un itinerario sulla Shoah, i cui ricordi sono lunghi, incancellabili e dolorosi, in una sequenza di eventi che si snoda attraverso le persecuzioni, lo sterminio, ma anche attraverso gesti di solidarietà, di rispetto e di amore. “La Memoria non si insegna, bisogna partire dagli eventi della Storia e lasciare spazio alle parole degli ultimi testimoni sopravvissuti”. Gli alunni, infatti, hanno dato voce ai protagonisti, attraverso le letture delle narrazioni intense di: Dita Kraus “La libraia di Auschwitz”, una storia che, nonostante le atrocità, lancia un messaggio di speranza; Sarah Helm “Il cielo sopra l’inferno”, l’Olocausto vissuto dalle donne, molte di loro con disabilità fisiche e mentali, internate nel lager di Ravensbruck, un campo di concentramento femminile, storie di donne coraggiose e straordinarie; Liliana Segre “La memoria rende liberi”, un racconto emozionante attraverso gli occhi di una bambina; Annette Muller “La petite fille du Vel d’Hiv” ed Elie Wiesel “La notte”.
La dirigente scolastica ha sottolineato l’importanza del “ricordare e conoscere”, esortando i ragazzi a “non chiudere gli occhi davanti agli orrori del passato, a non discriminare, né deridere, né fomentare l’odio verso il ‘diverso’“.
Da sfondo alle letture e alle riflessioni un power point, il treno dell’indifferenza, le pietre d’inciampo, realizzati dai ragazzi, simboli di un passato, di un ricordo che per sempre resterà inciso nei nostri cuori. La fiaccola della memoria deve ardere sempre per poter creare un mondo migliore, e “Se tutto questo dolore non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, è stato inutile” – Etty Hillesum.