Durante questo viaggio stiamo ascoltando: Maggy May (Rod Stewart, 1971)
Ancora in viaggio. Lasciamo Sorgenti del fiume Pescara (puoi leggere qui la tappa) e ci dirigiamo verso il Gran Sasso d’Italia.
Arriviamo nella Valle del Tirino per visitare il fiume, una delle attrazioni più belle dell’Abruzzo naturalistico.
Cosa succede quando si mescola il bianco puro con il turchese e lo smeraldo? Si crea una favola giusto? Almeno così è successo a noi.
Il turchese e lo smeraldo sono quelli del fiume Tirino, che scorre nel territorio di Capestrano, tra i corsi d’acqua più puliti d’Italia e il bianco è quello di una coppia di pastori abruzzesi che ci hanno dato il benvenuto qui e che allegramente ci hanno accompagnato fin sulle sponde del fiume.
Sono sbucati fuori dalla campagna, ci sono venuti incontro scodinzolando e cercando coccole. Ecco il video dell’incontro.
“E cosa c’è? E come sei bello tu. E cosa fai qui?”, sono le tipiche cose che si chiedono ai cani essendo certi che le capiscano.
Ma poco importa, qui sono l’empatia e le bontà che assumono forme diverse, quelle che ci fanno stare bene quando le facciamo e che fanno stare bene anche sta vicino a noi nel vederle e che, per osmosi, viene indotto a farle verso altri.
Il fiume Tirino, in questo tratto, è qualcosa di meraviglioso, con il suono rilassante dell’acqua che scorre lenta, degli uccellini che cinguettano e del vento leggero che accarezza cespugli, rami e foglie.
L’incontro del fiume è stato surreale e magico e mi ha invitato a scrivere questa breve favola che trascrivo qui:
C’era una volta un fiume grigio e melmoso, così poco invitante che nessuno voleva passare di lì.
Le foglie che cadevano dagli alberi erano già secche e nere e nessun pesce, insetto o uccello voleva abitare lì.
Un giorno arrivò un giovane ragazzo che voleva bagnarsi nel fiume, perché nel suo villaggio si diceva che, così facendo, sarebbe stato libero dalla paura, dalla malattia e dalla miseria.
Si tolse scarpe, calze, pantaloni e maglietta e si sfregò le mani. Era su di giri. Non poteva crederci, da lì a qualche minuto sarebbe stato libero. Coraggio, salute e ricchezza sarebbero arrivati nelle sue mani.
Il giovane mise un piede nel fiume e, in quell’istante, dalle campagne attorno, arrivò un grosso cane bianco con una piccola macchia marrone sul muso che gli si mise seduto di fianco.
– Aspetta, che fai?, disse il cane bianco.
– Mi bagno nel fiume così sarò libero da paura, malattia e miseria.
– Chi ti ha promesso queste cose?, chiese ancora il cane.
– Lo dicono tutti, rispose il giovane, anche nel mio villaggio lo dicono.
– Sei impaurito, malato e conduci una vita miserevole e pensi che bagnarti in questo fiume melmoso possa aiutarti?
– Sei qui, disse il giovane, solo perché anche tu sei invidioso. Io tra poco sarò finalmente libero e tu come gli altri non vuoi la mia felicità.
– Ti sbagli. Sono qui solo di passaggio e volevo solo sapere più di te.
– Grazie per il tuo interesse, cagnaccio. Ora vai via, che mi devo bagnare per essere finalmente libero e felice.
Il cane bianco si fece indietro e si accucciò, mentre il ragazzo entrò in acqua fino a scomparire.
Passarono alcuni secondi e di lui nessuna notizia. Passarono, giorni, settimane e mesi. Poi un braccio fuori dalla superficie dell’acqua che chiedeva aiuto. Il cane bianco, che era rimasto lì, imperterrito, ad aspettare, si gettò nel fiume e salvò il giovane portandolo sulla riva.
Il giovane, dopo alcuni minuti, riprese i sensi e tossì per tirar fuori il fango che aveva mandato già. Si girò e vide di fianco a lui un vecchio coi vestiti bagnati la barba bianca con una piccola macchia marrone sul mento. Il vecchio fece un cenno con la testa e sorrise.
Il fiume melmoso e grigio era diventato limpido, di un colore turchese e smeraldo. Grazie alla bontà e all’altruismo che il cane bianco aveva avuto per il giovane, anche dopo essere stato trattato in malo modo, il mondo aveva deciso di inviare qui sul fiume un incantesimo di bellezza.
– Il fiume è diverso ora, disse il giovane, è meraviglioso, così trasparente e che colori!
– Era così anche prima, disse il vecchio, solo che tu, con la mente piena di pensieri non tuoi, non potevi vederlo.
Quale sarà la prossima tappa del diario di viaggio “La Bellezza ai tempi del Covid”?
Roberto De Ficis – Travel & Food Blogger
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*il viaggio e le fotografie sono state realizzate tra il mesi di maggio e ottobre 2020 nel pieno rispetto delle regole anti covid e seguendo accuratamente le disposizioni dei vari DPCM in vigore.
Durante questo viaggio stavamo ascoltando: Maggy May (Rod Stewart, 1971)