Durante questo viaggio stavamo ascoltando: Big Time Sensuality (Bjork, 1993)
Abbiamo lasciato il bel paese di Serramonacesca (leggi qui la tappa) e la Majella alle nostre spalle e ci stiamo dirigendo verso il Gran Sasso d’Italia.
Non era una tappa programmata, ma decidiamo di andare a visitare un posto per noi nuovo che si trova sul nostro itinerario, con una deviazione di solo qualche chilometro.
Conosciamo un po’ tutti la città di Pescara, ma dove nasce fisicamente il fiume Pescara che passa attraverso la città?
Dov’è quel punto in cui le acque che hanno corso per chilometri, sgorgano in superficie e da lì corrono verso il mare Adriatico?
Arriviamo nel territorio di Popoli, parcheggiamo l’auto e raggiungiamo a piedi la Riserva Naturale Regionale Sorgenti del Pescara.
L’area della riserva è davvero un luogo interessante, un habitat dove la natura si riappropria dei suoi spazi regalando atmosfere di relax e silenzio cadenzato solo dallo scorrere lento delle acque cristalline.
La Riserva custodisce la vita di esemplari di grandi alberi che sanno regalare scenari affascinanti in tutte le stagioni dell’anno, come platani storici, salici monumentali, pioppi giganteschi, ornielli, frassini, pini d’Aleppo, corniolo, alberi di tiglio e tanti altri.
Anche se siete appassionati di fauna, qui troverete diverse cose interessanti da vedere. La riserva è popolata da più di 100 diversi esemplari di uccelli, sia quelli che in modo stanziale vivono qui, sia quelli che passano di qui durante le migrazioni.
Su di un cartello ho letto una informazione interessante che mi ha aiutato a capire come i diversi ecosistemi naturali siano perfettamente integrati e che, quindi, la difesa dell’ambiente dovrebbe essere una modalità generale, un vivere rispettoso tra l’uomo e la natura.
Infatti, si legge che una goccia d’acqua che parte da Campo Imperatore (quindi, magari nata dallo scioglimento delle nevi) impiega 30 giorni per arrivare qui, compiendo la distanza di 60 chilometri attraverso un percorso incredibile tra rocce, tunnel, grotte segrete, umidità, freddo e gelo e poi finalmente la luce.
Mi son detto: “Che gran bella cosa la natura, non sbaglia un colpo!”, è tutto organizzato alla perfezione.
Ci incamminiamo e, sulla staccionata della riserva, proprio quella che guarda la sorgente del fiume Pescara, vediamo questa scritta. Non so di chi sia, ma davvero grazie per avercela regalata.
La scritta dice: “Io sono la lacrima che sgorga il fiume, la spina dorsale che regge la montagna, il polmone che soffia il vento, io sono la Natura indomata”.
Arriviamo nel punto panoramico, uno dei punti più suggestivi, dove abbiamo la visione di come le acque iniziano il loro cammino verso il mare. L’acqua assume sfumature diverse, dal blu scuro, al verde smeraldo.
Saliamo lungo il sentiero Canapine. Ad ogni curva del sentiero il paesaggio che dà sulle sorgenti cambia e si inizia a scorgere anche il paese di Popoli.
Il sole sta tramontando e inizia a fare freddo, ma proseguiamo fino nel punto più alto. Da questo punto panoramico, il nostro sguardo si apre sulla vallata e sul paese di Popoli, che abbiamo in programma di visitare presto, da cui si scorge anche il Castello Ducale Cantelmo.
Ci riposiamo qualche minuto ma, come ci raffreddiamo, iniziamo a sentire il vento freddo che si insinua sul collo e sotto la giacca. Si sta facendo buio. Decidiamo di ridiscendere il sentiero abbastanza rapidamente, prima che diventi completamente buio.
Torniamo verso l’auto e ripartiamo. Quale sarà la prossima tappa del diario di viaggio “La Bellezza ai tempi del Covid”?
Roberto De Ficis – Travel & Food Blogger
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*il viaggio e le fotografie sono state realizzate tra il mesi di maggio e ottobre 2020 nel pieno rispetto delle regole anti covid e seguendo accuratamente le disposizioni dei vari DPCM in vigore.
Durante questo viaggio stavamo ascoltando: Big Time Sensuality (Bjork, 1993)