Sono trascorsi vent’anni. Era il 2001, quando il Parlamento approvava la legge istitutiva del Parco nazionale della Costa teatina. La proposta risaliva al 1997 ed era del senatore Angelo Staniscia, che la fece inserire nella legge quadro sulle aree protette: fare una riserva naturale lunga come tutto il litorale della provincia di Chieti, da Francavilla al Mare a San Salvo. Quindici anni di discussioni prima di delimitarne il perimetro. Tra le polemiche. Poi, dal 2015, il Parco è sparito dai radar della politica.
Ora Wwf e Cna chiedono che quel progetto venga rispolverato: “Come associazione dell’artigianato e della piccola e micro impresa, comparti produttivi le cui attività sono certamente caratterizzate dal rispetto dei valori ambientali – si legge in una nota della Cna – ci sentiamo fortemente impegnati a sostenere tutti quei fattori che possano conferire al nostro territorio un valore aggiunto come possibili attrattori: e in questo caso ci sembra che, fin dall’inizio dell’avvio della battaglia per la sua istituzione, la creazione di un Parco nazionale lungo uno dei tratti paesaggisticamente più suggestivi dell’intero Adriatico esprima soprattutto per l’immagine turistica regionale davvero un fattore potente di immagine e interesse”.
Il Wwf Abruzzo considera “molto importante che la richiesta di far partire l’area protetta provenga anche da settori imprenditoriali di rilievo perché l’istituzione del Parco nazionale della Costa teatina è, oltre che un obbligo sancito dalla legge, un’esigenza sentita da più parti: l’area protetta sarà infatti lo strumento per preservare importanti ecosistemi naturali tuttora non compromessi dalla cementificazione e dalla forte azione antropica che hanno invece trasformato in modo indelebile altri paesaggi costieri della nostra Regione, ma anche un volano per un’economia di piccola impresa, più attenta alla valorizzazione del territorio, delle persone che vi abitano e dell’autenticità di luoghi unici come quello della Costa dei trabocchi”. Secondo l’organizzazione ambientalista, deve “essere chiaro a tutti che esiste una legge e questa deve essere rispettata per cui il Parco nazionale della Costa teatina va reso operativo al più presto”.
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