La tecnologia ha cambiato la nostra vita in maniera inesorabile. L’ha cambiata dal punto di vista lavorativo, viste le tante novità introdotte sia nel modo di lavorare che di produrre, ma anche dal punto di vista privato. Ed in questo scenario si sono inseriti prepotentemente gli smartphone, dispositivi di cui difficilmente riusciamo a fare a meno. Grazie allo smartphone con un paio di touch si scannerizzano interi documenti, si stampano decine di fogli da una stanza all’altra, persino in remoto a chilometri di distanza, o si accede al server dell’azienda, come se si fosse dietro la scrivania.
Viaggiando da un posto all’altro poi, senza sapere se si avrà accesso a una postazione anche temporanea, basta portarsi dietro un dock (per Android o Windows Phone) con cui collegare un monitor o un televisore, mouse e tastiera, così da trasmettere sul grande schermo la visuale del cellulare, replicata in orizzontale, come quella del computer. Più passano i giorni e più ci si accorge delle opportunità che offre uno smartphone aperto al mondo, sia a quello dell’intrattenimento che professionale.
Pensiamo ad esempio a Samsung DeX, il dock che Samsung ha presentato assieme al Galaxy S8 e regalato con il preordine del Note 8. Un accessorio del genere ha più senso su quest’ultimo, visto il target di riferimento: l’utenza business. A cosa serve? Ha porte USB e HDMI a cui connettere uno schermo/TV/monitor esterno, mouse e tastiera. Una volta posizionato dentro il telefonino, la visuale passa da mobile a desktop, quasi fosse Windows (ma resta Android). A quel punto molte delle app si utilizzano così, come sul computer, tra cui la suite Office e Outlook.
Chi ha un iPhone magari sottovaluta lo sblocco di molte funzioni con il Touch ID. Finora abbiamo usato il tastino per accedere alla Home o al massimo per autorizzare gli acquisti su iTunes. C’è chi, in ambito professionale, è andato oltre, integrando la lettura delle dita per autenticarsi su piattaforme di lavoro. Ad esempio Dynamics CRM è in grado di sfruttare il Touch ID al posto del classico login, tramite lo standard Auth 0, per flussi di lavoro su portali aziendali. In questo modo si può gestire un intero workflow perfettamente da smartphone, soprattutto se lo sviluppatore è stato talmente lungimirante da renderlo mobile friendly.
Attenti alle dipendenze
Come ogni cosa, però, bisogna usare lo smartphone nel modo giusto per non correre il rischio di dipendenze, come ad esempio la dipendenza da notifiche. L’uso quotidiano e comune che facciamo tutti dello smartphone rende spesso difficile tracciare un confine diagnostico tra “comportamento normale” e “comportamento patologico”.
È molto importante però fare una distinzione tra uso, abuso e dipendenza. Nel primo caso si ha un soggetto che riesce a fare un utilizzo circoscritto a determinate situazioni e quando il comportamento è controllato e limitato. Quando il soggetto rimane senza la possibilità temporanea di poter leggere le proprie notifiche, non subisce ansia o frenesia. L’uso di social e delle notifiche non interferisce con la propria vita sociale e con il proprio lavoro, così come non interferisce il momento dello svago, sia si tratti di una partita a Fifa che a quella su uno dei passatempi presenti nei siti di casino.
Si inizia a parlare di abuso e dipendenza quando il tempo dedicato all’attività online aumenta e diventa “condizionante”: senza la connessione non ci sentiamo sereni e tranquilli, ci sentiamo “tagliati fuori” dal mondo. Il controllo dello smartphone diventa continuativo ed avviene in automatico. Il controllare social e notifiche crea una interferenza nelle attività quotidiane, sociali, lavorative o sportive, isolando il soggetto ed impedendogli di dedicarsi alla proprie attività “normali”.
Come si combatte la dipendenza? Con dei semplici gesti che possono essere molto utili. Secondo gli esperti è consigliabile disattivare le notifiche superflue, lasciando attive solo le notifiche veramente importanti (ad esempio quelle relative a messaggi importanti di lavoro) e “spegnendo” quelle meno rilevanti.
È bene poi togliere la suoneria alle notifiche, suoni, luci e vibrazioni ad ogni segnalazione creano solo un’inutile distrazione: meglio disattivarle a meno che non si aspetti un messaggio davvero importante. Molto importante è evitare l’uso del telefonino prima di addormentarsi, la luce dello schermo del nostro smartphone “inganna” il nostro cervello ed impedisce la secrezione di melatonina: il risultato è difficoltà ad addormentarsi; a ciò si aggiunge la “frenesia” di avere tante notifiche, che “costringe” il cervello a lavorare più di quanto il momento dell’addormentamento richiederebbe. Ultimo consiglio è quello di togliere la suoneria durante la notte, a meno che non siate costretti ad essere sempre reperibili anche di notte, togliere la suoneria è il modo migliore per disintossicarsi dal proprio smartphone.