Alcune regioni d’Italia eccellono nella difficile sfida della diffusione di internet veloce sul proprio territorio. Tra queste c’è l’Abruzzo che, secondo i dati 2020 dell’Agcom, presenta una copertura della rete internet veloce che sfiora la soglia del 70%. Merito del lavoro delle amministrazioni comunali e regionali e di progetti come quello di Open Fiber che rientra nell’ambito dei bandi Infratel (società del Ministero dello Sviluppo Economico). La commercializzazione dei servizi in Abruzzo parte da San Pio delle Camere (L’Aquila), cui seguiranno progressivamente tutti i comuni della Regione interessati dal Piano Banda ultra larga nazionale. Il Comune di San Pio delle Camere (conta circa 700 abitanti) ad oggi è interamente servito dalla fibra ottica ultra veloce. Il piano di cablaggio in Abruzzo coinvolge 234 mila unità immobiliari in 190 comuni.
L’investimento complessivo è di 90 milioni di euro. Sono già 120 i cantieri aperti da Open Fiber e i lavori sono terminati in circa 41 comuni coprendo 23 mila unità immobiliari. A San Pio Delle Camere l’investimento è stato di 282 mila euro per collegare le 553 unità immobiliari alla banda ultra larga, tramite una nuovissima rete in fibra di circa 11 chilometri (di cui oltre il 60% realizzata sfruttando infrastrutture esistenti, quindi senza ricorrere a scavi).
La vendibilità dei servizi era già stata aperta in via sperimentale da Open Fiber, su scala nazionale, a fine 2020 ed è oggi attiva in 140 comuni. La Regione Abruzzo è stata tra le prime regioni italiane a programmare, attraverso le risorse messe a disposizione dall’Unione europea e dal governo, interventi di banda ultralarga su tutte le aree a fallimento di mercato del territorio, ossia quelle zone dove non è vantaggioso per il privato costruire l’infrastruttura di rete, visti gli eccessivi costi dovuti alla disposizione geografica delle abitazioni o alla scarsa domanda del servizio.
Nella provincia di Chieti che già da oggi rende disponibili i collegamenti in fibra ottica in alcuni comuni tra i quali S.Giovanni Teatino, Ortona, Pollutri e Casalbordino, grazie a questo importante programma infrastrutturale, un sempre maggiore numero di cittadini (già annunciato l’arrivo della banda larga a Guardiagrele dal sindaco Dal Pozzo), imprese e pubbliche amministrazioni è abilitato ai servizi a banda ultralarga fino a 200 Mbps per soddisfare la crescente domanda di connettività nelle zone rurali e a bassa densità abitativa del Paese, anche nell’ottica di sostenere lo Smart working e le altre attività come i casino online e lo shopping online.
La situazione in Italia
A livello nazionale la situazione è piuttosto florida, dopo momenti difficili. L’Italia si è rimessa in gara sul fronte della banda larga e, anche se ancora insegue i campioni mondiali come Singapore, ha ricominciato la sua corsa sul fronte della connettività.
È quanto emerge dall’edizione 2020 del Digital Economy and Society Index (Desi) stilato dalla Commissione europea. Negli ultimi due decenni l’Italia è caduta dalle prime posizioni che, nel 2000, vedevano Milano ai primi posti tra le città cablate nel mondo grazie a Metroweb e Fastweb, al penultimo posto davanti alla Grecia di qualche anno fa.
Oggi siamo al 17esimo posto tra i Paesi Ue per connettività, con una copertura Ftth (Fiber to the home, ovvero la fibra ottica fino alla porta di casa) in costante aumento che ci ha spinto dal 24% del 2018 al 30% del 2019 in termini di unità immobiliari cablate. Un passo avanti possibile soprattutto grazie ai 10 milioni di abitazioni raggiunte dall’Ftth di nuovi attori “wholesale” come Open Fiber.
Il dato italiano è ancora sotto la media europea del 34%, ma complessivamente davanti a Francia e Gran Bretagna e il rapporto sottolinea che il divario con il resto dell’Europa si sta riducendo. Certo, resta ancora molta strada da fare per raggiungere le vette campioni come Danimarca e Lussemburgo che superano il 60% delle case cablate in media nel paese e il 90% nelle zone urbane.
L’Italia punta al 2025 ma si stima avrà bisogno di ancora qualche anno. Fondamentale sarà il completamento del piano di Open Fiber previsto per il 2023 con 20 milioni di case cablate.
Un fattore critico per gli investimenti in Europa – come ha notato recentemente Francesco Sacco, economista dell’Università dell’Insubria e di Sda Bocconi nel paper “The Evolution of the Telecom Infrastructure Business” è la profittabilità degli operatori di tlc in calo costante dal 2011. In media, per gli operatori europei, la profittabilità è significativamente inferiore agli Usa. Anche se in Francia e Germania sta migliorando, in Italia è il 30% rispetto all’altra sponda dell’Atlantico.