Il 31 dicembre si è spento a Campobasso il commissario di polizia penitenziaria Ettore Tomassi, comandante del carcere del capoluogo molisano. Dal 2005 al 2012 Tomassi è stato in servizio a Vasto, guidando la polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Torre Sinello, stringendo profondi legami professionali e umani.
Per questo, vista l’impossibilità di partecipare alle esequie dello scorso 2 gennaio per le norme anti-Covid, il personale dell’amministrazione Penitenziaria in servizio e il personale in pensione hanno voluto ricordarlo con una funzione religiosa che si svolgerà sabato 9 gennaio, alle 18, nella chiesa di San Paolo apostolo. A celebrare la messa saranno il parroco don Gianni Sciorra e il cappellano della Casa Lavoro, don Silvio Santovito.
“Tomassi è stato un Comandante sempre disponibile, attento alle esigenze del personale e della popolazione detenuta, stimato sia all’interno dell’amministrazione che dalle istituzioni locali – ricordano gli ex colleghi -. Ha collaborato fattivamente per la riuscita dei tanti progetti di reinserimento dei detenuti sia all’interno dell’istituto che all’esterno”.
Lo ricorda con affetto Massimo Di Rienzo, direttore del carcere di Vasto negli anni in cui Tomassi era comandante. “L’ho apprezzato per le sue qualità umane che ha sempre messo in campo sia nel rapporto con il personale che con i detenuti. La sua era una gestione fatta di grandi capacità organizzative e un’equa distribuzione delle occasioni tra tutto il personale”.
Il comandante Tomassi “sapeva entrare in empatia con l’interlocutore con il suo bel modo di fare. E poi – ricorda Di Rienzo – aveva un occhio particolare per i detenuti più bisognosi, era una persona con grande considerazione per gli ultimi. Era molto entusiasta e seguiva con molto attaccamento le attività lavorative che i detenuti svolgevano all’esterno della Casa Circondariale, come i progetti di cura della spiaggia e del verde pubblico in collaborazione con il Comune di Vasto”.
Le esequie di Ettore Tommassi, svoltesi a Campobasso, sono state seguite dalla protesta del Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, per il mancato riconoscimento pubblico da parte dell’amministrazione penitenziaria al Comandante. Oltre al segretario generale [LEGGI] del Sappe, anche i figli di Tomassi hanno scritto una lettera al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede [LEGGI].