Automobilisti e ciclisti dovranno imparare a condividere la stessa striscia d’asfalto. Sulle strade non sufficientemente ampie, le corsie per le auto e quelle per le bici saranno promiscue.
A Vasto le bike lane si faranno in via Cardone, via Vittorio Veneto, corso Garibaldi, corso Mazzini, via Incoronata, corso Europa, via Ciccarone, via del Porto, via Donizetti (dall’incrocio col l’accesso al Parco Muro delle Lame fino all’innesto con la statale 16) e lungo la circonvallazione Istoniense.
Un pezzo di opposizione non è d’accordo. Edmondo Laudazi spara a zero: definisce il provvedimento “un regalo post-natalizio” che “rischia di diventare un incubo per il traffico veicolare, il traffico pedonale, la sosta ed il parcheggio su molte strade del territorio urbano. Senza che esista uno straccio di studio origine-destinazione degli spostamenti”.
Secondo il leader della lista civica Il Nuovo Faro, l’amministrazione butta 45 mila euro per anticipare parzialmente il Biciplan che, “pur essendo disponibile da un paio di anni, non è stato mai sottoposto all’approvazione del Consiglio comunale”. Laudazi parla di “rallentatori capotici” e semafori inefficienti: “Utilizzate quei soldi per fare le strisce”, chiede alla Giunta Menna. Pur dichiarandosi favorevole alla mobilità sostenibile, paragona le future bike lane di Vasto alla pista ciclabile realizzata in via del Mare a Lanciano: “Basta chiedere per capire il dramma di percorribilità, la pericolosità della promiscuità realizzata”.
A Vasto i problemi sarebbero le molte strade non pianeggianti, “la limitata consistenza delle sezioni e dei marciapiedi, la accertata insufficienza dei parcheggi con la eliminazione di quelli che andranno perduti”. Per Laudazi, le bike lane serviranno “solo per incontrare il mero sostegno elettorale dei cicloamatori”.