Durante questo ambiguo anno è capitato a tutti, almeno una volta, di interrompere un’azione ed iniziare a pensare a quanto strana, difficile, tortuosa ed incomprensibile possa essere la vita. Ci circondiamo di cose e persone pensando che possano alleviare le nostre sofferenze e quei dolori altalenanti che caratterizzano la vita di ognuno di noi, nessuno escluso.
Cerchiamo sempre di prevalere sugli altri, essere migliori di qualcuno nella realizzazione di un progetto, nelle prestazioni scolastiche o lavorative solo perché, a volte, non riusciamo ad ottenere ciò di cui abbiamo bisogno, o meglio, quegli ingredienti che pensiamo siano fondamentali nel percorso di vita di una persona: la fama ed il successo. Abbiamo la consapevolezza che solo raggiungendo tali obiettivi possiamo realmente sentirci appagati e realizzati, ma in realtà l’unico elemento in grado di smuovere un qualcosa in noi dovrebbe essere la voglia di agire per produrre del bene.
Il bene in questione non ha una scadenza o un limite di tempo, in quanto ha la possibilità di generare piaceri e soddisfazioni aventi la capacità di cambiare radicalmente la nostra visione del mondo, di noi stessi e di chi ci circonda o, meglio ancora, di chi ci sta accanto. Scegliere di vedere la realtà da una prospettiva differente spaventa, incute timore e, al tempo stesso, ha anche la capacità di rendere le persone sempre più pigre e stanche di aspettare, dato che viviamo in un’era in cui è possibile ottenere tutto in un arco temporale brevissimo. Siamo alla ricerca costante di innovazione, perché quello che oggi ci appare nuovo già domani sarà vecchio, fuori moda e prossimo alla sostituzione. Questo atteggiamento ci rende consapevoli del fatto che siamo privi di pazienza, un termine molto usato, ma al tempo stesso troppo sconosciuto per trasformarlo in azione ed adattarlo alle quotidiane oppure contingenti azioni.
[ads_dx]Cos’è, però, la pazienza? Qual è il vero significato che caratterizza e connota questo termine?
Così come diceva il famoso scrittore Honoré De Balzac “la pazienza è ciò che nell’uomo più somiglia al procedimento che la natura usa nelle sue creazioni”. Allora ci si domanda: se la natura è disposta, ormai da sempre, ad aspettare mesi ed anni per ottenere dei frutti chi siamo noi per pretendere l’immediata realizzazione o l’imminente soddisfacimento di qualsiasi esigenza?
Talvolta ci capita di confondere e considerare una futile e passeggera voglia con un bisogno primario, ponendo ogni tipologia di esigenza sullo stesso piano. Ciò dovrebbe indurci a riflettere e prendere coscienza del fatto che, se curassimo ogni aspetto pazientemente, riusciremmo ad avere un quadro ordinato e preciso di come poter operare nella nostra vita per renderla il più possibile adatta a quelli che consideriamo i nostri parametri. Riuscire ad essere paziente, però, è l’atteggiamento interiore di chi riesce a percorrere la propria strada ed il proprio cammino aspettando il momento opportuno per agire. Attraverso tale esercizio riusciamo a tenere sempre a mente che nulla accade subito e nell’immediato e, soprattutto, che forzare l’accadimento di qualcosa che si realizza fuori dal suo tempo non produrrà nulla di realmente conveniente e vantaggioso.
L’importante, però, è essere consapevoli del fatto che la pazienza ci richiede di aspettare per un tempo indefinito, ma sempre in maniera attiva proprio per evitare che sfoci in pigrizia. Siamo quasi giunti al termine di un difficile, intenso ed irrequieto anno che ci ha messi a dura prova, focalizzandosi in modo particolare sulla nostra pazienza per farci capire che solo chi sa aspettare potrà essere ricompensato nel giusto modo. Ad oggi, purtroppo, la piena e completa ricompensa di ciò che stiamo vivendo da diversi mesi non ancora ci giunge pienamente, ma si stanno mettendo le basi per un nuovo inizio.
Anche se siamo consapevoli del fatto che non sia un’azione facile da mettere in pratica, è egualmente opportuno impegnarci, essendo l’unica via in grado di condurci verso il raggiungimento di qualsiasi obiettivo e finalità. Dobbiamo, infine, prendere coscienza del fatto che, come ci ricorda Gandhi, perdere la pazienza significa perdere la battaglia ed è per questo che, anche piantando dolore o sofferenza, potremmo avere come frutto, inaspettatamente, la felicità, in quanto la chiave di tutto è saper aspettare.
Benedetta Argentieri
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