“La situazione è monitorata h24 dal nostro personale, coordinato dalla direttrice del reparto, la dottoressa Maria Pia Smargiassi e dai medici dell’Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) della Asl”. È il dottor Giovanni Leone, responsabile Covid della Fondazione Padre Alberto Mileno, a fare il punto sul focolaio di Coronavirus che ha portato a 50 contagiati tra pazienti e personale della RSA dell’Istituto San Francesco di Vasto Marina.
I numeri del contagio. Sono 36 i pazienti della Rsa positivi al Coronavirus, 12 gli operatori sanitari che hanno contratto il virus e quindi non sono al lavoro. “La maggior parte dei pazienti sono stabili – spiega il dottor Leone -, tenendo presente che hanno associato il Covid alle altre patologie presenti. Sono monitorati costantemente, dal personale attualmente in servizio – che ringraziamo perchè stanno effettuando turni molto duri – coordinato dalla dottoressa Smargiassi”. Nei giorni scorsi i medici dell’Usca hanno disposto il trasferimento di due persone in strutture ospedaliere.
I decessi. Tre i pazienti deceduti nei giorni scorsi. Il 27 dicembre è morta una donna di 87 anni “che aveva un quadro clinico già da tempo molto complicato”. Il 28 dicembre sono morti un uomo 96enne e una donna ultracentenaria. “Anche in questi casi – riferisce Leone – vi erano patologie pregresse”.
[ads_dx]La gestione. “Da subito abbiamo isolato i pazienti positivi al Covid creando, di fatto, un altro reparto”. In questo modo il contagio non ha raggiunto le altre sezioni dell’Istituto. Al momento l’assistenza viene garantita con il personale a disposizione. “Ma abbiamo necessità di integrare con ulteriori risorse”, spiega il direttore amministrativo Francesco Nardizzi. “Abbiamo il supporto di un infermiere volontario, che ringraziamo per la sua disponibilità. Due risorse sono state inserite ma stiamo cercando infermieri da poter inserire immediatamente in organico”.
Le cause. Ha destato molta preoccupazione, in particolare tra i familiari dei pazienti, l’esplosione così numericamente importante del contagio, anche considerando che, nella prima ondata, al San Francesco non si erano registrati casi. “Quanto accaduto sarà oggetto di audit aziendale – spiega il dottor Leone -. Saranno prese in considerazione le cause che hanno fatto entrare il Covid, anche alla luce delle precauzioni e norme che vengono applicate”. Un’analisi che “va fatta a mente fredda. Ora siamo nel pieno della partita e dobbiamo mettere in campo il massimo delle nostre capacità”. Anche perchè per gli ospiti delle Rsa si avvicinava il momento del vaccino, come da piano stabilito dal governo.
Le reazioni. Non mancano le reazioni a quanto sta accadendo. Stefano Moretti, consigliere comunale di Monteodorisio e nipote di una delle pazienti ricoverate nella Rsa, ha annunciato “la valutazione di un’azione risarcitoria in favore dell’anziana nonna” affidata all’avvocato Luca Damiano, invocando anche un’indagine “sulle cause del focolaio”, verificando “se la struttura abbia adottato tutti i protocolli ministeriali per prevenire il diffondersi del contagio”.
Parlano di “numeri allarmanti con organici ridotti e doppi turni per il personale”, i segretari regionali di FP Cgil, Paola Puglielli, Cisl FP, Vincenzo Mennucci e UIL Fpl, Giuseppe De Angelis. “Chiediamo di sapere se in tutte le strutture è stato adottato quanto prescritto dall’ordinanza n° 93 in particolare in ordine all’obbligo di sottoporre ogni 15 giorni i dipendenti a tampone. Sarebbe assurdo che a distanza di mesi dall’inizio della pandemia siano ignorate le richieste di adottare tutte le migliori strategie possibili e sentire di dotazioni organiche insufficienti che ancora oggi sono quelle pre-pandemia, ad esempio nelle RSA 1 infermiere ogni 30 malati, per altro stremate e tagliate dai contagi. Pretendiamo che i temi elencati tutti in ordine alla qualità del lavoro, salario e sicurezza, ma anche alla qualità delle prestazioni, di cura, assistenza e riabilitazione, siano al centro dell’agenda politica con l’assunzione immediata di azioni a soluzione delle criticità che specie nell’attuale contesto mettono in pericolo la salute pubblica.
Il consigliere regionale Pietro Smargiassi si è associato “al sollecito rivolto alla competente ASL di Chieti di quanti hanno sin qui richiesto un supporto in ottica di forza lavoro da affiancare al personale presente. Chiedo inoltre all’Assessore Verì di dare corso ad un piano urgente di tamponi per detta struttura, anche nel rispetto delle Ordinanze del Presidente di Regione Abruzzo che richiamano all’obbligo di test molecolari per le RSA. Per il momento è necessario ed urgente arginare il diffondersi dei contagi presso la struttura e dare supporto a tutti gli operatori sanitari nella stessa impegnati. Chiarisco comunque sin d’ora che non tralascerò di far luce, se del caso anche attraverso un’apposita seduta della Commissione Vigilanza che ho l’onore e l’onere di presiedere, su ciò che è accaduto nella citata RSA e più in generale sulla situazione del personale che nella stessa opera, sotto ogni profilo”.