Un applauso scrosciante qualche minuto dopo le 11.30 interrompe il silenzio che da alcuni giorni avvolge Guilmi: il feretro di Nicola Colameo esce dall’abitazione per raggiungere la chiesa dell’Immacolata.
In uno dei giorni più importanti per la cristianità, la piccola comunità si trova ad affrontare un dolore mai tanto grande e insopportabile: l’ultimo saluto a un figlio, a un padre di famiglia ucciso insieme ai colleghi Carlo Spinelli e Paolo Pepe dalla deflagrazione all’interno della Sabino Esplodenti avvenuta lunedì scorso.
Il paese dal giorno della tragedia si sta stringendo alla moglie e ai due figli del 46enne, ma il lutto è collettivo come può accadere solo in quelle famiglie allargate che sono i nostri, tanti, piccoli comuni dove non ci si limita “a conoscersi tutti”, ma si condivide buona e cattiva sorte. E quest’ultima, lunedì scorso, ha colpito duramente.
[ant_dx]”Non doveva succedere”, ripete chi attende il suono delle campane sull’uscio della propria casa. Le bandiere del municipio sono a mezz’asta. Il sindaco Carlo Racciatti ha istituito il lutto cittadino, c’è anche lui in lacrime ad accompagnare nell’ultimo viaggio Nicola, trasportato dai colleghi, insieme a una rappresentanza di vigili del fuoco e carabinieri. La piccola chiesa – anche a causa delle restrizioni anti Covid-19 – non può accogliere le tante persone accorse.
“Un uomo buono, generoso, sempre disponibile, attento a tutti, sempre con il sorriso – lo ricorda don Gianluca Bracalante che indica il posto dove Nicola sedeva ogni domenica – al quale già la vita aveva chiesto troppo. Oggi siamo qui con un senso profondo di ingiustizia. Nicola adesso conosce il significato di tutto quello che ha vissuto”.
Dal parroco poi un duro monito affinché si intervenga per evitare altre morti bianche: “È un’assurda tragedia, uno schiaffo alla dignità della persona il morire sul posto di lavoro, un luogo che dovrebbe assicurare il futuro e non la morte. Possa questo sacrificio mettere fine a questa ennesima inciviltà e vergogna nel nostro Paese“. “Vi sostiene – ha concluso rivolto ai famigliari – il mio affetto e la mia preghiera insieme a tutta la comunità che come una piccola famiglia ha sentito su di sé questo dolore. Ci congediamo oggi da Nicola, ma è solo un arrivederci perché l’amore vince la morte, il male e il dolore possono vincere le battaglie ma mai le guerre”.
“Un luogo che dovrebbe assicurare il futuro”, Nicola lo aveva trovato alla Sabino Esplodenti dopo la fuga all’estero della Golden Lady di Gissi; c’era anche lui in quelle lunghe giornate del 2013 a rivendicare i propri diritti davanti allo stabilimento della Val Sinello.
A ricordare il suo impegno per Guilmi, sulla bara, c’è la maglia della Pro Loco che ha indossato infinite volte. “Non c’era un’iniziativa alla quale non partecipasse Nicola. Si è spezzato tutto il paese”, sono le significative e commosse parole di chi attende fuori la fine della funzione religiosa.